Barack Obama e Vladimir Putin (foto LaPresse)

Un cessate il fuoco in Siria

Redazione
Accordo tra Obama e Putin per una tregua. Ci sono punti poco chiari

Dopo una telefonata tra il presidente americano Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin, è stata fissata una data per il cessate il fuoco in Siria: sabato 27 febbraio dovrà essere operativo, ma lo stop agli scontri parte dal mezzogiorno del 26 (sono esclusi lo Stato islamico, Jabhat al Nusra e i gruppi affiliati ad al Qaida). Il piano è stato discusso domenica durante due conversazioni telefoniche tra il capo della diplomazia americana, John Kerry, e il suo collega russo, Sergei Lavrov, mentre la capitale Damasco veniva colpita da un attacco, rivendicato dallo Stato islamico, in cui sono morte almeno 130 persone (uno degli attentati più brutali nelle zone controllate dal regime siriano). I diplomatici hanno festeggiato la tregua, l’inviato dell’Onu De Mistura ha detto che il cessate il fuoco è la premessa per riaprire i “talks” mai di fatto avviati, ma tra gli esperti regna la cautela. Prima di tutto perché, quando Kerry faceva sapere già domenica sera che la tregua era nell’aria, molti hanno ironizzato sul fatto che la diplomazia internazionale si guadagna lo stipendio annunciando dei cessate il fuoco che poi non si realizzano mai.

 

Sarcasmo a parte, come si sa gli americani hanno scelto di condurre una guerra per procura e ora hanno ben poco controllo sul terreno mentre i gruppi addestrati dalle forze di Washington si stanno sparando addosso e si aspettano le prossime mosse dei turchi (che colpiscono i curdi siriani) e dei sauditi. I russi e gli iraniani stanno organizzando la caduta di Aleppo, che al nord è stata circondata (ma che ancora mostra, dopo quattro anni di assedio, una resistenza straordinaria), e il ministro dell’Informazione siriano ha fatto sapere che l’attacco non si fermerà fino a quando “i terroristi non saranno sconfitti” (che è sempre stata la posizione russa). Insomma, Obama non ha il controllo sui gruppi siriani necessario a una tregua e Putin non ha motivo di rispettarla perché non vuole riconoscere interlocutori tra i gruppi siriani, e la clausola “la tregua non si applica ai gruppi terroristici” gli concede carta bianca.

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