Yoani Sánchez e i suoi fratelli. Cuba scopre il dissenso 2.0

Maurizio Stefanini
La famosa blogger non è più un caso isolato e ora è affiancata da altri giovani che hanno seguito il suo esempio e che criticano il governo di Castro. Dalla distensione con gli Stati Uniti, l'isola sta vivendo un periodo di fioritura della società civile senza precedenti.

Lis García si presenta come “una giovane giornalista ed editrice in fasce”. Elaine Díaz ha voluto creare “uno spazio per dibattere su Cuba”. Carlos Alberto Pérez dice di essere un sostenitore del governo, ma lo critica lo stesso. Harold Cárdenas Lema ha l’ambizione di costituire un’agenzia di notizie alternativa. Mentre Raúl Castro, in giro tra Barack Obama, Putin, Papa Francesco, Renzi e Hollande, presenta un nuovo progetto di Cuba in cui annuncia cambiamenti epocali la cui portata resta però sul vago, la società civile cubana continua a crescere diversificando sempre più l’offerta di informazione indipendente. E ormai ci sono almeno quattro altri nomi che vanno per la maggiore, a parte la grande pioniera Yoani Sánchez, che dal blog Generación Y ha ormai sviluppato il quotidiano digitale 14ymedio.com.

 

Il blog di Lis García, innanzitutto, che si chiama La Cachaza del Otoño, più o meno “La calma dell’Autunno”. “Tutti mi chiedono perché”, a proposito del nome. Autodefinendosi “apprendista del miglior lavoro del mondo” (citazione da García Márquez), “sognatrice”, “una sfacciata nel creare questo blog”, spiega che la testata è in onore a due poesie di Paolo Cazola Solís, un poeta di Matanzas, la sua città. E a Mantanzas lavora come giornalista per Yumuri TV,  un canale specializzato in notizie locali. Anche il suo blog è rivolto alla “gente giovane della mia generazione, non importa il luogo del mondo in cui si trovi, basta che sia interessata alla cultura e alle notizie di Matanzas”. In questo modo, Lis García mette on line storie e vicende di vita quotidiana che non sono normalmente coperti né dai media ufficiali, né da quelli internazionali, oltretutto centrati in genere soprattutto su quello che accade all’Avana. La sua specialità sono la cultura e le arti, per esempio, una storia della musica black metal a Cuba. Non si tratta propriamente di fare opposizione, ma è piuttosto un parlare “di altro”. Insomma, evoca molto quel tipo di “fronda” per cui al tempo del fascismo personaggi come Ennio Flaiano si erano specializzati nella critica cinematografica.

 

Più polemica, già nel nome, è La Polémica Digital di Elaine Díaz, uno “spazio per dibattere su Cuba”. L’autrice iniziò a redigere un blog nel 2008, mentre stava facendo una tesi di laurea appunto sul giornalismo dei blog, e si rese conto che non poteva parlarne se non l’avesse sperimentato in prima persona. Elaine definisce il suo come un “vizio di informare, testualizzare, spiegare, parlare di tutto quello che cattura il mio interesse”. Elaine Díaz si occupa di una vasta gamma di temi: dal futuro delle scuole di giornalismo a quel che il lancio di  AirBnB en Cuba potrebbe rappresentare per gli isolani. Una difesa del sistema elettorale dell’isola di fronte alle “deformazioni” dei media internazionali ci chiarisce che non si tratta di un’oppositrice in senso stretto. Una dura critica alla situazione salariale fa però capire che non si tratta neanche di una voce di regime.

 

Carlos Alberto Pérez, blogger di La Chiringa de Cuba, è più esplicito nel dichiararsi sostenitore di Castro, e infatti dispone di una connessione casalinga a Internet che a Cuba è un privilegio rarissimo. Ma assicura: “Non c’è nessun funzionario del Dipartimento di Sicurezza dello Stato dietro di me, e molto meno un manuale di istruzioni che mi dica cosa pubblicare”.  “Volando ben alto con i piedi per terra” è lo slogan, in riferimento al titolo: “Chiringa” è infatti letteralmente un aquilone, disegnato appunto in testata. Laureato in Comunicazione sociale all’Università dell’Avana e membro della  Asociación Cubana de Comunicadores Sociales (Accs), dice di voler “contribuire a controbattere la manipolazione mediatica che esiste contro il nostro Paese”, attacca Yoani Sánchez, ma non ha remore ad ammettere che “ciò che i sociologi battezzano come ‘agenda pubblica’ a Cuba è in realtà segreto, confidenziale, oscuro”, criticando  la mancanza di trasparenza del regime.

 

[**Video_box_2**]Un oppositore nel senso stretto del termine può invece essere considerato Harold Cárdenas Lema, già fondatore di un  blog collettivo chiamato La Joven Cuba che è stato censurato dal regime, e che dice di aver pure pensato di emigrare. Il suo “El Toque”, cioè “Il Rintocco”, è invece un blog di notizie che copre Cuba e America Latina. “Sono Community Manager della Revista Temas e realizzo il mio dottorato alla Universidad Central Marta Abreu de Las Villas”, è la sua presentazione. Il suo obiettivo è quello di “scrivere su molti temi di attualità e sui cambi che hanno luogo in questo momento a Cuba”. L’impatto degli spazi dedicati ai “Diritti Umani” e alla “Libertà di Espressione” è in realtà diluito per il fatto che le notizie non sono solo dell’isola ma di tutto il Continente. Ma basta dare un’occhiata rapida per scoprire attacchi alla censura, le critiche per la mancanza di informazione, fino alla cattiva gestione della nettezza urbana. 100.000 “mi piace” su Facebook danno la dimensione dell’interesse che sta suscitando. 

 

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