"Pensioners" di Chelsea, Londra, all'ingresso di un seggio dopo aver votato (foto LaPresse)

Regno Unito al voto. Istruzioni per gestire il "Parlamento appeso"

Lorenzo Castellani

"Un solo partito al comando" sembra non funzionare più, nemmeno nella culla del maggioritario. Che però dal 2010 si è organizzata con un documento ufficiale ad hoc per risolvere lo stallo.

Le elezioni britanniche del 2015, che si tengono oggi, rischiano di passare alla storia come quelle che hanno affossato un sistema elettorale centenario basato su un bipartitismo prodotto dall’elezione in collegi uninominali.  E’ molto probabile che dalle urna esca ancora una volta un hung parliament ovvero un parlamento in cui nessuno dei partiti ha raggiunto la maggioranza dei seggi necessari per governare. Qui si apre una fase per lo più sconosciuta alla politica britannica fino al 2010 e cioè il processo di formazione di un governo di coalizione o un minority government, cioè un governo monocolore del partito che ha ottenuto più seggi con l’appoggio esterno di altre forze.


In questo scenario entra in gioco un documento costituzionale nuovo, redatto nelle segrete stanze del Cabinet Office poco prima delle elezioni del 2010 ed entrato in vigore nel marzo 2011, il Cabinet Manual. Cos’è? Un vero e proprio manuale di istruzioni che tocca tutti gli aspetti costituzionali più importanti del Regno Unito, un concentrato di consuetudini levigate dal tempo oggi messe su carta in questo documento agile di un centinaio di pagine. Concepito proprio per regolare le fase di transizioni e per salvaguardare quello che Walter Bagheot, nel diciannovesimo secolo, ha chiamato “the efficient secret” del sistema politico inglese vale a dire la fusione tra il potere legislativo ed esecutivo. Prima delle elezioni del 2010 ne era stata pubblicata la bozza di un solo capitolo, il secondo, guarda caso intitolato “Elections and government formation” e cinque anni fa fu molto utile per guidare il processo di formazione della coalizione. Il Cabinet Manual scandisce le tappe.


Dopo il voto è previsto un intervallo di almeno dodici giorni per la prima seduta del Parlamento. In questa elezione, dunque, la prima riunione del nuovo Parlamento dovrebbe essere intorno 20 maggio. Nella prima seduta giurano i parlamentari e si procede alla elezione dello Speaker della House of Commons. Cosa succede in questo intervallo: se non c’è una maggioranza il Cabinet Manual chiarisce che il Primo Ministro resta in carica per il disbrigo degli affari correnti fino a che non si profila una chiara maggioranza all’orizzonte. In questo tempo sia il Primo Ministro uscente sia i suoi competitor possono lavorare per formare una coalizione con le altre forze politiche, chi mette prima in piedi un accordo di coalizione ha diritto ad essere formalmente nominato dalla Regina come Primo Ministro.

 

Nel caso in cui il Primo Ministro uscente non riesca a formare una coalizione che garantisca la maggioranza nella House of Commons si dimette nel momento in cui un altro leader politico ha le carte in mano per diventare Primo Ministro. Questo è successo, ad esempio, nel 2010 quando Gordon Brown si dimise solo cinque giorni dopo aver perso le elezioni poiché il duo Cameron-Clegg aveva annunciato l’accordo di coalizione. Il Coalition Agreement viene formalizzato in un documento scritto e alle negoziazioni partecipano anche i senior civil servants, cioè i più alti funzionari pubblici del Regno, che svolgono una funzione di mediazione tra i partiti coinvolti nella trattativa per quanto riguarda le politiche che il nuovo esecutivo intende affrontare. Il documento deve essere pubblicato entro poche ore dall’annuncio dell’accordo e nel frattempo si tratta sui posti di governo. A seguire l’accordo deve essere ratificato dalle direzioni nazionali dei partiti, anche se questo gesto resta una formalità in quanto la disponibilità interna della dirigenza dei partiti a formare una coalizione viene testata immediatamente dopo gli esiti del voto. Due settimane dopo il voto il Cabinet Manual prevede il Queen’s Speech ossia l’enunciazione del programma di governo da parte del nuovo Primo Ministro e il voto di fiducia per il nuovo Governo. Questo nel caso in cui si riesca a formare una coalizione perché se così non fosse, il Cabinet Manual mette altri due scenari sul piatto prima di nuove elezioni: il minority government e l’inter-party agreement.

 

[**Video_box_2**]Il minority government è il governo del partito che ha ottenuto un numero di seggi sufficienti a formare un esecutivo di minoranza che si regge sull’appoggio esterno di uno o più partiti con i quali si contratta su specifiche politiche. Lo scenario dell'inter-party government si è verificato una sola volta nella storia del Regno Unito con il “Lib-Lab Pact” del governo Callaghan nel 1977 e prevede l’accordo tra il partito di governo, che per pochi seggi non ha ottenuto la maggioranza assoluta, e un altro partito il quale si impegna a votare contro le mozioni di sfiducia delle minoranze, salvando così l’esecutivo. Queste ipotesi sono riportate dal Cabinet Manual per facilitare passaggi complessi di un sistema elettorale che faceva della semplicità e chiarezza la propria forza ed oggi vive la crisi del multipartitismo e dell’instabilità. Le opinioni di giuristi e politologi sul Cabinet Manual si dividono nettamente tra chi vede in esso poco più che un promemoria e che lo considera il precursore di una costituzione scritta. Certo è che se il sistema elettorale maggioritario verrà mantenuto e l’instabilità figlia del multipartitismo continuerà il peso del Cabinet Manual diverrà progressivamente maggiore così come la consuetudine a formare governi di coalizione o di minoranza.

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