Tony Blair in visita a una scuola palestinese come rappresentante del Quartetto (foto LaPresse)

La prossima vita di Tony Blair

Redazione
Fuori dal Quartetto, l’ex premier apre il coro anti sindacalista nel Labour

Tony Blair è uno degli uomini insieme più amati e odiati del pianeta, i giornali internazionali da tempo si interrogano su questo odio, determinato dall’intervento in Iraq e dal fatto che nei mondi della sinistra quella guerra è considerata un tradimento imperdonabile. Non stupisce allora che il ruolo dell’ex premier britannico all’interno del Quartetto che si occupa della pace in medio oriente sia oggi in dismissione: Blair è odiato, il Quartetto è ignorato, la pace non c’è, perché continuare a stare insieme? Conta anche il fatto che l’ex premier si sia trasformato nel consigliere di molti dittatori, e anche se i suoi consigli saranno certamente buoni, pare più rilevante per lui che siano ben pagati, e la sua vena idealista sembra così estinta.

 

Non si sentirà la mancanza di Blair, diciamo, perché non è riuscito a fare là le rivoluzioni che ha fatto nel suo paese e in Europa, ma se c’è un risvolto positivo è che l’ex premier potrà ritornare a occuparsi della politica britannica: si vota il 7 maggio, e c’è una certa urgenza. Stando a quel che dice il Sunday Times, Blair avrebbe già infilato la sua zampa nella campagna elettorale laburista: la settimana scorsa l’ex premier ha organizzato una cena a casa sua e un invitato, Assem Allam, presidente della squadra di calcio Hull City, ha detto che avrebbe dato 300 mila sterline alla campagna di Ed Miliband oltre alle 200 mila già stanziate, e ha promesso di donarne altre 500 mila (il totale è un milione di sterline) se il Labour dovesse perdere denari iniziando a contrastare il leader sindacalista Len McCluskey. Nel partito è già scandalo, ma il coro anti sindacalista ha ricominciato a farsi sentire, e questo è già un successo di Blair.

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