LaPresse

Editoriali

La Columbia s'arrende a Trump

Redazione

Pagherà 200 milioni alla Casa Bianca: non tutelò gli studenti ebrei nelle proteste

La Columbia University di New York sembra aver trovato un accordo dopo mesi di minacce e recriminazioni da parte di Donald Trump. L’università pagherà una multa di 200 milioni alla Casa Bianca. In cambio verranno ripristinati i fondi congelati dal governo destinati all’istituto di istruzione superiore. Un patteggiamento che ormai è un metodo di “make a deal” del business Trump: farsi pagare prima di portare tutto in tribunale, come avvenuto con la Cbs che ha pagato 16 milioni al presidente che aveva accusato la rete televisiva di aver favorito Kamala Harris in campagna elettorale (ora Trump ne vuole altri 20). Ma il caso della Columbia, per quanto il meccanismo   sia lo stesso, è un po’ diverso dalle cause con i “fake news media”. Perché l’accusa mossa alla Columbia  riguardava il non aver protetto a sufficienza gli studenti ebrei la scorsa primavera durante le proteste pro Palestina nei campus.

Erano i   giorni in cui si cantava “From the river  to the sea”  a chi portava la kippah, in cui alcuni professori ebrei furono invitati a non andare in aula, in quanto ebrei, e in cui si vedevano sventolare le bandiere di Hamas e Hezbollah nelle strade di Manhattan. Il clima di antisemitismo che si è respirato per mesi nel campus newyorchese non era stato particolarmente ostacolato dall’amministrazione universitaria, accusata da Trump di aver violato le leggi federali antidiscriminatorie. Oltre ai 200 milioni, che pagherà in tre anni, la Columbia promette di ridurre l’antisemitismo presente nelle aule e di gestire meglio eventuali proteste nei campus, una promessa che è anche un’ammissione di colpa. Verrà anche creata una nuova posizione amministrativa che aiuterà gli studenti che vivranno esperienze di antisemitismo e ci sarà un nuovo addetto alla sorveglianza che controllerà che le nuove direttive vengano eseguite. Quella della Columbia è senz’altro una resa ai metodi di Trump, ma rappresenta anche un altro segnale: si è finalmente ammesso che lo spettacolo offerto dai campus la scorsa primavera è stato osceno.

Di più su questi argomenti: