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Editoriali

In difesa dell'aria condizionata

Redazione

La pazzia della politica ambientalista che regala all’estrema destra pure i condizionatori

Ci sono oggetti che hanno cambiato la storia e reso servizi enormi all’umanità. Oggetti la cui presenza abbiamo quasi dimenticato tanto li diamo per scontati. Qualcuno a caso. Il frigorifero che ha permesso  la conservazione dei cibi e il conseguente miglioramento  delle condizioni igieniche, l’ascensore che ha consentito la nascita dei palazzi verticali moltiplicando il numero di residenze costruibili su una data porzione di territorio, il sifone, sì il sifone, che ha separato l’umanità dai suoi escrementi e dagli odori e germi conseguenti. Pochi conoscono il nome degli inventori di questi geniali strumenti a cui l’umanità deve essere eternamente grata. Provate a immaginare una città senza di essi e ne capirete l’importanza. Adesso un nuovo oggetto balza alle cronache destinato  a entrare in questa storia considerata a torto minore: il condizionatore.

Ha già cambiato la vita e l’economia di intere aree del mondo. Gli stati meridionali degli Stati Uniti, l’America Latina, i paesi arabi e quelli africani. Decollati a velocità diverse anche grazie all’aria condizionata che ha mandato in soffitta le pause pranzo interminabili, le sieste  e la puzza di umanità negli uffici, creando  condizioni di lavoro molto migliori.  Se ne parla ora in questa nostra parte del mondo dove il clima temperato ha permesso fino a oggi  di non considerarlo essenziale almeno per le abitazioni. Anzi il condizionatore nell’immaginario di una certa sinistra ambientalista, penitenziale, anti consumista è stato e forse ancora è il simbolo delle spreco capitalistico. Comfort a spese dell’ambiente e dei consumi di energia. Poi arriva Marine Le Pen e affronta il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature con uno slogan dirompente: condizionatori per tutti! Populismo? Bè, mica tanto. Mano a mano che si consolida il trend delle temperature alte si fa sempre più largo l’idea che adattarsi sia ormai indispensabile. Insomma: bisogna imparare a vivere anche con temperature più alte.

E il condizionatore serve, eccome se serve. Ma adattarsi è per i nostri rivoluzionari ambientalisti è un po’ come fare le riforme per i marxisti e i leninisti. Le riforme potrebbero piacere al popolo e alleviarne le sofferenze mentre noi dobbiamo fare la rivoluzione. Cioè combattere il cambiamento climatico a ogni costo. Solo che non dipende da noi che in Europa contiamo meno del 7 per cento delle emissioni mondiali. Noi le abbiamo ridotte, ma nel  resto del mondo dal 1990 a oggi sono cresciute 13 volte di più della nostra riduzione. Il socialismo in un paese solo forse si poteva anche tentare, ma la riduzione delle emissioni in un continente solo no. Non funziona per evidenti motivi fisici. Hai voglia di non usare il condizionatore, spegnere i led la sera, chiudere l’acqua mentre ti lavi i denti, tirare lo sciacquone solo nei casi gravi e andare al ristorante biologico. Minuzie contro la fame di energia di buona parte del mondo. Il condizionatore, dice l’AIE, sarà il principale driver nei futuri consumi di elettricità insieme ai data center.

Che facciamo? Stiamo al caldo rovente e rinunciamo a ChatGpt? La maggioranza Ursula ha le idee un po’ confuse su questi temi. Dopo anni di regali al populismo e alle destre si è accorta che l’energia nucleare serve e ha dovuto riammetterla nel salotto buono e scommettiamo che fra un po’ dovrà ascoltare anche il grido di dolore che sale dal popolo bollente  che vuole il condizionamento a basso prezzo. D’altra parte per avere i condizionatori ci vuole elettricità, tanta, 24 ore al giorno e quindi l’energia nucleare va a fagiolo. La signora Le Pen è francese e gioca in casa.  Un incubo per i nostri amici della decrescita infelice  dovere accettare i condizionatori oltre all’energia nucleare. Stiamo quindi a vedere se la sinistra riuscirà all’impresa di regalare alla destra anche il condizionatore, forse oggetto di relativo lusso ieri, ma strumento per la sopravvivenza oggi, soprattutto per le categorie più deboli. Dimenticavamo: come per i pannelli solari, le batterie, le auto elettriche il più grande costruttore di condizionatori è cinese. Anche quelli ci siamo fatti scappare.

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