
Ansa
Editoriali
Dollaro affossato, investitori in fuga. La deriva più dolorosa per Trump
Sono questi i principali grattacapi del presidente americano che forse, non a caso, ha spostato la sua comunicazione sul fronte bellico. Gli effetti del bastone trumpiano
Dollaro che si indebolisce e inarrestabile fuga degli investitori dai titoli di stato americani. Sono questi i principali grattacapi di Donald Trump che forse, non a caso, ha spostato la sua comunicazione sul fronte bellico mentre su quello interno deve far fronte a un quadro economico che si sta deteriorando sotto vari aspetti. Il pil statunitense è calato dello 0,5 per cento nel primo trimestre di quest’anno, dato peggiore delle aspettative degli analisti e che rivela una netta contrazione rispetto alla crescita del 2,4 per cento registrata negli ultimi tre mesi del 2024. E’ con la pubblicazione di questo dato che il presidente americano ha intensificato lo scontro con il presidente della Fed, Jerome Powell, minacciandone il licenziamento (cosa che in realtà non può fare) poiché “colpevole” di non tagliare i tassi d’interesse. Ma proprio l’ipotesi di un cambio della guardia anticipato al vertice della più grande banca centrale del mondo, cosa che ne minerebbe la credibilità, sta avendo come effetto di affossare il dollaro che ieri è scivolato ai minimi del 2021 contro l’euro. Il biglietto verde aveva già perso parecchio terreno come bene rifugio in seguito al Liberation day e adesso è di nuovo sotto pressione mentre non si placano i timori sul debito pubblico americano.
Secondo un’indagine pubblicata dal Financial Times, gli investitori stanno abbandonando i fondi obbligazionari statunitensi a lungo termine al ritmo più rapido dall’apice della pandemia di Covid di cinque anni fa, a causa dei timori per il debito Usa in rapida ascesa e per i rischi di inflazione (quest’ultima è la ragione per cui Powell è riluttante a ridurre i tassi). In particolare, nel secondo trimestre, i deflussi netti dai fondi obbligazionari statunitensi a lungo termine, che comprendono titoli di Stato e obbligazioni societarie, hanno raggiunto quasi 11 miliardi di dollari. Un forte cambiamento rispetto agli afflussi medi dei 12 trimestri precedenti che sono stati di circa 20 miliardi di dollari. Se si dovesse fare un bilancio dei primi sei mesi dell’amministrazione Trump sarebbe in questa differenza di 31 miliardi in meno di investimenti esteri.