Nicola Morra, 53 anni, è stato eletto in Parlamento con il Movimento 5 stelle (Ansa) 

Editoriali

Le oscenità di Morra, oltre la Asl

Redazione

Sorry, le istituzioni non meritano questo presidente dell’Antimafia

 

A un mese e mezzo di distanza dalle lacrime stillate a favore di telecamera, quando seppe che stava per essere espulso dal Movimento cinque stelle, Nicola Morra è ricomparso sulle pagine dei giornali. Lo ha fatto a modo suo: e cioè con una nuova sbracata in linea col suo curriculum di grillino esagitato. Lo scorso sabato il presidente della commissione parlamentare Antimafia ha fatto irruzione nell’azienda sanitaria provinciale di Serra Spiga, a Cosenza, e secondo i presenti si sarebbe scagliato contro il responsabile della centrale operativa Mario Marino e il suo staff di medici accusandoli di essere degli “incapaci” e di non aver saputo gestire la campagna vaccinale (Marino ha annunciato di volerlo querelare per abuso di potere). La ratio dietro alla visita sarebbe personale, perché mossa dall’interesse di Morra per il trattamento verso alcuni suoi parenti ottantenni. Anche se lui ha smentito, parlando di ricostruzioni “inverosimili e grottesche”.

 

Ora, al di là della legittimità delle sue ispezioni, è indubbio che la prerogativa di un parlamentare della Repubblica debba conciliarsi con il rispetto di un codice istituzionale, con cui Morra dimostra ancora una volta di avere poca dimestichezza. Lo scorso novembre, dopo la morte dell’ex presidente della Calabria Jole Santelli, disse che era noto a tutti come fosse “una grave malata oncologica” e che però “se ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte”. Dichiarazioni per le quali è indagato per diffamazione aggravata. Così come prima dell’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica avanzò il sospetto che provenisse “simbolicamente da una tradizione che in relazione alla mafia ha tanto da chiarire e farsi perdonare”. L’incursione calabrese, con tanto di strepiti e insulti indignati volti a combattere sprechi e inefficienze, ci ricorda una volta di più che – se solo andasse ancora in onda –, invece che all’interno delle istituzioni, sarebbe perfetto come inviato della “Gabbia”.

 

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