(foto EPA)
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Gli Ultras dell'A64 bloccano la Francia contro il Mercosur (e altro)
Gli allevatori francesi sono in rivolta: blocchi su autostrade e ferrovie contro abbattimenti di massa per la Dnc e l’accordo Ue-Mercosur che, a loro dire, minaccia il reddito delle campagne
Parigi. Si fanno chiamare gli “Ultras dell’A64”, dal nome del tratto autostradale che stanno occupando da giorni in segno di protesta contro la gestione governativa della dermatite nodulare contagiosa (Dnc) che colpisce alcuni allevamenti della Francia, ma anche il trattato di libero-scambio Ue-Mercosur, che instaurerebbe, secondo le loro parole, la “concorrenza sleale” dei prodotti provenienti da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, i paesi del mercato comune sudamericano. “Non deve essere una guinguette, ma un luogo di resistenza”, ha affermato Jérôme Bayle, portavoce degli Ultras dell’A64. Con loro altre centinaia di agricoltori hanno bloccato ieri almeno cinque autostrade in tutta la Francia con lo slogan “Dnc-Mercosur, stessa battaglia!”. Oltre agli snodi autostradali, i manifestanti hanno bloccato anche una ferrovia nel dipartimento dell’Alta Garonna.
Ex giocatore di rugby diventato allevatore, Bayle, dieci anni fa, ha trovato suo padre suicida nel cortile della fattoria. Da allora si è fatto un nome nel mondo agricolo francese e oggi guida la protesta degli allevatori del sud-ovest, dove negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di Dnc. Dal 29 giugno al 13 dicembre sono stati rilevati 111 focolai della malattia in tutta la Francia, secondo le cifre diramate dal ministero dell’Agricoltura. La dermatite nodulare contagiosa o Lumpy skin disease (Lsd) è una malattia virale trasmessa da insetti ematofagi, come alcune specie di mosche e zanzare, o dalle zecche. Non è trasmissibile all’uomo, ma si diffonde rapidamente e provoca gravi conseguenze negli animali. Finora, la strategia del governo, in linea con la normativa europea in materia di sanità animale 2020/687, prevede l’abbattimento di tutto il bestiame nelle aree colpite, anche in presenza di un solo caso, la limitazione degli spostamenti delle mandrie e la vaccinazione di emergenza entro un raggio di 50 chilometri dalla zona colpita. “Per salvare l’intero settore, l’abbattimento è l’unica soluzione”, ha affermato la ministra dell’Agricoltura francese, Annie Genevard, annunciando l’abbattimento di un milione e mezzo di capi bovini, pari a circa il 10 per cento del patrimonio zootecnico nazionale.
Ieri pomeriggio, durante il question time, il primo ministro Sébastien Lecornu ha dichiarato che “l’urgenza assoluta” per combattere la Dnc è quella di “accelerare” la vaccinazione degli allevamenti colpiti e che il governo “mobiliterà” i veterinari dell’esercito. La normativa europea non consente l’abbattimento selettivo, poiché anche i bovini apparentemente sani possono essere portatori silenziosi del virus per diverse settimane. Ma per gli allevatori francesi sono “decisioni sanitarie assurde e distruttive”. “E’ fuori discussione che animali sani e non malati vengano abbattuti semplicemente perché appartengono a una mandria da cui, presumibilmente, è emerso un animale malato”, ha detto all’Afp Léon Thierry, copresidente della Coordination Rurale nei Pirenei Atlantici. “È innaturale. È lo sterminio di mucche e allevatori”, ha insistito Thierry. Ma i sindacati di categoria non sono allineati. Se la Coordination Rurale contesta la sistematicità dell’abbattimento totale e chiede misure più mirate, basate su quarantene e tracciabilità rafforzata, la Fnsea, il sindacato maggioritario, appoggia la linea governativa. “L’abbattimento totale è la migliore soluzione, anche se è uno strazio per gli allevatori”, ha dichiarato il presidente di Fnsea.
Gli agricoltori protestano inoltre contro l’accordo di libero scambio in trattativa tra l’Unione europea e il Mercosur, paventando una concorrenza sleale dovuta agli standard sanitari meno rigorosi in vigore in America Latina. La Commissione europea punta a firmare l’accordo sabato 20 dicembre in Brasile, ma l’intesa inaspettata tra il capo dello Stato francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, che chiedono più tempo al fine di rafforzare le clausole di protezione e assicurare condizioni più favorevoli agli agricoltori europei, potrebbero farlo saltare. Per ora. Gli agricoltori francesi protestano anche contro i tagli ai fondi della Politica agricola comune europea (Pac), di cui la Francia è il principale beneficiario. Gli agricoltori transalpini ricevono circa 9 miliardi di euro di aiuti all’anno, pari a due terzi del loro reddito, e rischiano ora di vedere tali fondi decurtati del 20 per cento.