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dietro le quinte
L'incontro tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria per un nuovo Patto per la fabbrica
Prima un vertice e poi una cena, per tentare di riscrivere un nuovo accordo imprese-sindacati dopo quello del 2018, considerato da tutti superato. Sul tavolo il problema dei contratti pirata e della rappresentanza, con l'ambizione di portare le istanze congiunte al governo
Archiviate le piazze e gli scioperi separati, Maurizio Landini, Daniela Fumarola e Pierpaolo Bombardieri torneranno oggi a incontrarsi lontano dai riflettori. I tre leader di Cgil, Cisl e Uil si vedranno questa sera per un vertice che avrà come padrone di casa il presidente di Confindustria Emanuele Orsini: prima il tavolo di confronto, poi seguirà una cena. L’intento è di riprendere i fili di una trattativa che, dietro le quinte, va avanti ormai da quattro mesi, con molti stop and go. L’obiettivo finale è ambizioso, perché in pratica si tenta di riscrivere un nuovo accordo imprese-sindacati dopo quello del 2018, noto come Patto per la fabbrica: un accordo che ha fin qui determinato lo svolgimento delle relazioni tra le parti e le regole per la contrattazione, ma che oggi è considerato da tutti superato. Con un possibile step successivo ancora più ambizioso, ovvero portare le istanze congiunte delle parti sociali all’attenzione del governo.
Da settembre in poi, sindacati e imprese si sono incontrati in via riservata varie volte ai massimi livelli, delegando poi l’approfondimento del confronto ai tavoli tecnici. Ma per un motivo o per un altro alcuni appuntamenti erano saltati, col risultato che la trattativa si stava sempre più sfilacciando. Arrivati a fine anno, si cerca dunque di capire come andare avanti, e soprattutto “se” andare avanti. In teoria, questo accordo lo vogliono tutti. Lo vogliono i sindacati e lo vogliono, fortissimamente, le stesse imprese. Non solo Confindustria, ma anche la Confcommercio.
Il problema centrale da cui partire, e che quindi è in qualche modo l’elemento unificante, resta quello dei contratti pirata, di cui sia Cgil, Cisl e Uil sia le associazioni di industria e commercio soffrono l’effetto. Di qui, il tentativo di mettere a punto un meccanismo che garantisca il riconoscimento della rappresentanza a chi realmente la merita, togliendo di mezzo le varie sigle e siglette che affollano sia archivi del Cnel sia, sempre più spesso, anche i tavoli con il governo.
Il tema della rappresentanza è molto caro alla Cgil, Landini insiste da anni sulla necessità di una legge, così come anche le imprese; scontando però l’opposizione della Cisl. E questo era un impedimento non da poco per proseguire e allargare agli altri temi il confronto. Tuttavia proprio Daniela Fumarola, nei giorni scorsi, ha fatto un’apertura non casuale: intervistata dal Riformista, a proposito di una legge sulla rappresentanza la leader di Via Po ha affermato che “se ci venisse proposto un testo che recepisca e renda esigibili gli accordi interconfederali sulla rappresentanza, con una verifica terza dei dati affidata al Cnel, la Cisl è disponibile”.
Si torna dunque alla trattativa con la Confindustria, da cui dovrebbe scaturire quell’accordo tra le parti propedeutico a un intervento legislativo di supporto. Ma è più facile dirlo che farlo. In passato, come ha ricordato ancora Fumarola, era stato il dissenso delle associazioni datoriali su come misurare la loro rappresentatività a impedire un’intesa, mentre i sindacati, da parte loro, hanno già tempo consolidato un preciso criterio di conteggio, basato sulla media tra iscritti ed eletti nelle Rsu. Ora, a quanto pare, anche le imprese si sono convinte che è urgente andare avanti e, anzi, sono quelle che più spingono.
Ma allora, perché non ne se viene a capo? Difficile capirlo, visto che tutta la trattativa si sta svolgendo in totale riservatezza. C’è chi adombra la possibilità che sia il governo, in qualche modo, a esercitare una moral suasion al contrario, preferendo le parti sociali divise piuttosto che unite. Altri, più semplicemente, lamentano la mancanza degli abili sherpa di un tempo, in grado di tradurre le più estenuanti trattative in documenti chiari e condivisibili.
In ogni caso, stasera sarà un momento decisivo: Landini, Fumarola, Bombardieri e Orsini dovranno valutare se ci sono le condizioni per proseguire, fissando già un prossimo appuntamento in gennaio. Oppure se lasciar perdere e chiuderla così: con una tartina, un prosecco e un buon Natale.