Ansa
Legge di bilancio
Industria 5.0, Zes e caro materiali. Dal governo 3,5 miliardi in arrivo per le imprese
I fondi stanziati in manovra non erano sufficienti per coprire tutte le richieste. Dall'iperammortamento al caro materiali allo spostatamento del finanziamento del Ponte sullo Stretto, il ministro Giorgetti ha presentato in commissione Bilancio il nuovo pacchetto di misure per sostenere le aziende
Zes, iperammortamento, Industria 5.0, caro materiali, spostamento del finanziamento del Ponte sullo Stretto in un’altra annualità e risorse aggiuntive per il piano Casa. Sono queste le misure contenute nel nuovo pacchetto di modifiche da 3,5 miliardi di euro che il ministro del'Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato ai membri della commissione Bilancio del Senato. In questo modo il governo ha aggiunto un altro corposo tassello alla legge di Bilancio varata due mesi fa e che valeva 18,7 miliardi di euro per il 2026: considerate anche le riformulazioni arrivate nei giorni scorsi, che valgono circa 1 miliardo, il valore della manovra si aggirerebbe intorno ai 22 miliardi. Il ministro ha premesso che il nuovo emendamento si è reso necessario perché i fondi stanziati fino a questo momento per gli investimenti per le aziende non erano sufficienti a soddisfare tutte le richieste, specialmente su Zone economiche speciali e Transizione 5.0, dal momento che "abbiamo avuto domande significative oltre le previsioni" che "riteniamo di dover almeno ragionevolmente coprire". L'alternativa sarebbe stata quella di tradire le promesse fatte alle aziende. La mossa del ministro ha però fatto insorgere le opposizioni che denunciano il "caos" nell'esecutivo che continua a riscrivere il testo. E' lo stesso Giorgetti a riconoscere che la modifica è “importante” e “inevitabilmente in qualche modo un po’ di tempo in più lo prenderà”.
Oltre all’iperammortamento che sarà esteso agli acquisti delle aziende "nell’arco del triennio", quindi fino al 30 settembre 2028, il nuovo pacchetto prevede anche dei fondi per alimentare le domande inevase sui crediti d’imposta di Industria 5.0. "Sono state confermate richieste per 4,7 miliardi, un ammontare superiore rispetto a quello previsto dal Pnrr così come riformulato", ha detto il ministro. L'intervento si è reso necessario perché il governo, come sottolinea Giorgetti, "ritiene di dover fare uno stanziamento integrativo fino a copertura di quella che ragionevolmente è l’esigenza". Dopo il momento di incertezza che le aziende hanno dovuto affrontare a metà novembre quando il governo aveva deciso di bloccare le domande da un giorno all’altro, per poi riaprirle temporaneamente fino a fine anno, secondo i calcoli del ministero, i fondi aggiuntivi saranno di 1,7-1,8 miliardi per Transizione 5.0. Discorso analogo per le Zes: l'emendamento servirà per evitare un taglio del 39,62 per cento ai crediti d’imposta per chi ha prenotato gli sconti fiscali nella Zes Unica del sud e per rinforzare il fondo per il caro materiali, come chiesto dalle aziende del settore. Tra le nuove misure c'è anche una riprogrammazione delle risorse destinate al Ponte sullo Stretto. In una nota infatti il Mit ha precisato che "il governo ha garantito la copertura finanziaria per l’opera: a causa dell’intervento della Corte dei Conti, sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti e per questo i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato".
L'aggiunta di 3,5 miliardi alla manovra necessita però di nuove coperture. E il governo le ha trovate, per circa un miliardo, nelle compagnie assicurative che dovranno pagare un acconto pari all'85 per cento del contributo obbligatorio al Servizio sanitario nazionale pagato sulle polizze per responsabilità civile e nelle imprese che devono versare i fondi alla previdenza complementare, invece di trattenerli in azienda: "Proporremo una fotografia aggiornata dal 2006 al 2026". Si prevede inoltre peri nuovi assunti il versamento automatico del Trattamento di fine rapporto (Tfr) a un fondo di previdenza complementare, in assenza di una scelta contraria.
In commissione Giorgetti ha rassicurato anche sull'emendamento sull'oro di Bankitalia. La formulazione definitiva, letta dal ministro, cita i Trattati e stabilisce che "le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d'Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al popolo Italiano". In questo modo "riteniamo che la questione si possa considerare chiusa: sulla Bce siamo a posto", assicura il titolare del Mef.