Foto:Ansa.
L'accordo
L'alleanza atlantica dell'auto elettrica Renault-Ford contro i cinesi
La partnership franco-statunitense sull’elettrico, con produzione nel nord della Francia e nuovi modelli Ford attesi dal 2028, consente di condividere costi e rischi ma certifica l’assenza di un fronte Ue unito contro l’offensiva cinese. Ora toccherà anche a Stellantis decidere se e come rispondere
Il gruppo francese Renault e l’americana Ford hanno annunciato una sorta di “alleanza atlantica” nell’auto elettrica. Il business segue logiche diverse dalla politica eppure, talvolta, ne ricalca le orme o ne viene influenzata. Così, quello che di sorprendente e di speciale ha l’accordo tra Renault e Ford è che fa evaporare il sogno di una smart car tutta europea in grado di reggere l’incalzante concorrenza delle cinesi a basso costo, soprattutto della Byd.
“Ci auguriamo che quest’intesa”, dice al Foglio Ferdinando Iuliano, segretario nazionale della Fim Cisl, “stimoli Stellantis a rafforzare il suo impegno nella produzione di utilitarie elettriche, settore in cui l’Italia detiene tutto il know how necessario per offrire un’alternativa di mercato”. Solo qualche anno fa si parlava di una possibile partnership tra Stellantis e Renault, che, però, non è sfociata in nulla di concreto. E adesso la casa automobilistica guidata da Antonio Filosa, che intanto ha lanciato una collaborazione con Bolt per la guida senza conducente, dovrà fare i conti con la nuova concorrenza franco-statunitense quando redigerà il nuovo piano strategico per il 2026. “La mossa di Renault dovrebbe essere colta come una sfida da Stellantis, che ha dimensione e competenze per reagire”, riflette Iuliano.
D’altra parte, finora l’industria europea non è riuscita a creare una risposta alla concorrenza cinese anche per rivalità tra paesi. Nel 2024 Renault, quando era ancora sotto la guidata di Luca De Meo, aveva avviato un progetto con la tedesca Volkswagen proprio per costruire insieme la versione elettrica della Twingo, ma le trattative si sono poi interrotte per il disaccordo tra i due gruppi su dove collocare la sede di produzione. In Francia o in Germania? Il risultato è stato che Volkswagen ha ampliato la sua collaborazione con la cinese Xpeng, e Renault ha scelto l’americana Ford, che negli ultimi anni ha perso parecchio terreno sul mercato europeo.
Non a caso, lunedì, prima dell’annuncio, l’ad di Ford, Jim Farley, aveva dichiarato a Parigi: “Stiamo lottando per la sopravvivenza nel nostro settore”. Si è capito il giorno dopo perché. L’accordo con Renault prevede che saranno costruite, nel nord della Francia, due auto elettriche a marchio statunitense. Si tratta, ha spiegato una nota, “della prima fase di una nuova ed ambiziosa offensiva prodotto di Ford in Europa” che prevede l’arrivo del primo veicolo nei concessionari a inizio 2028. Renault e Ford hanno siglato anche una lettera di intenti per realizzare veicoli commerciali leggeri, i furgoni praticamente, di cui, però, non sono stati rivelati dettagli, ma che fa capire che la collaborazione franco-statunitense si svilupperà in vari ambiti.
“Come azienda americana, consideriamo l’Europa l’avanguardia della trasformazione globale del nostro settore”, ha detto Farley. “Il modo in cui competiamo qui, il modo in cui innoviamo, creiamo partnership e investiamo, definirà le strategie per la prossima generazione. Ci impegniamo per un futuro dinamico in Europa, ma questo futuro ci richiede di muoverci più velocemente e in modo più efficiente che mai”. Il ceo di Renault, François Provost, è sicuro che scegliere un partner americano sia la strada giusta: “A lungo termine”, ha spiegato, “unire le forze con Ford ci renderà più innovativi e più reattivi su un mercato automotive europeo in rapida evoluzione”.
La reazione del mercato è stata abbastanza positiva e secondo gli analisti la partnership dovrebbe consentire a entrambi i gruppi di condividere i costi di sviluppo e produzione della nuova gamma di modelli elettrici nei prossimi anni e di affrontare al meglio la crescente concorrenza dei player asiatici in Europa.
Concorrenza che si è amplificata per effetto dei dazi statunitensi che ha spinto la Cina a rendere più aggressiva la sua strategia commerciale verso il mercato europeo dove i produttori locali stanno affrontando anche i costi di allineamento alla transizione energetica. Insomma, non è esagerato parlare di una sorta di corto circuito dell’industria auto europea, che, da un lato, deve recuperare il forte ritardo sull’elettrico e, dall’altro, deve fare i conti con un quadro di crescenti tensioni internazionali.
L’Ue sta cominciando a pretendere un riequilibrio dei rapporti di forza sia nei confronti della Cina, nell’industria e nel commercio, sia nei confronti degli Stati Uniti, soprattutto sul terreno dei servizi hi-tech (è di ieri la notizia che l’Antitrust Ue ha avviato un’indagine su Google per l’uso dei contenuti pubblicati online dagli editori). Tra i due emisferi dove individuare un partner per la mobilità elettrica, Renault ha scelto quello che, forse, considera, nonostante tutto, più “digeribile” in chiave geopolitica. Tocca a Stellantis, adesso, come dice Iuliano, fare la prossima mossa.
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