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L'analisi
Il crollo delle crypto della famiglia Trump e il ruolo del suo adivser Sacks
Mentre il bitcoin resta vicino ai massimi storici, le monete digitali della galassia trumpiano crollano: il mercato prezza conflitti d’interesse e opacità: ecco il “Sacks governance discount”
Per capire che settimana hanno vissuto le criptovalute basta affiancare due grafici, quello del bitcoin e quello delle monete di casa Trump. Il bitcoin ha smaltito poco più del 25 per cento del rialzo accumulato da ottobre e oscilla ancora sopra i 90 mila dollari, vicino ai massimi storici. Le cripto trumpiane invece sono in caduta libera.
Trump ha trasformato il settore in un test di fedeltà politica e la risposta, finora, è stata una bocciatura del mercato sui suoi progetti di famiglia. L’oscillazione della valuta è stata letta dagli operatori di mercato soprattutto come l’effetto delle tensioni nei mercati quando la liquidità in dollari si irrigidisce e della svolta della Fed sulla gestione del bilancio – fine del quantitative tightening – e avvio di una politica monetaria espansiva. Dunque, non c’è stato un ripensamento sulla tecnologia e in questo quadro un rallentamento dopo un rally record è quasi fisiologico.
Per gli asset trumpiani la storia è completamente diversa. American Bitcoin, la società di mining quotata a settembre e legata a Eric e Donald Trump Jr., martedì ha perso in 26 minuti circa il 40 per cento allo sblocco delle azioni ed è ora circa il 78 per cento sotto il picco autunnale. I memecoin di casa Trump, lanciati a gennaio dopo la vittoria elettorale, hanno fatto ancora peggio. Il token dedicato al presidente ha perso oltre 90 per cento dal massimo di gennaio e quello dedicato alla first lady Melania si è quasi azzerato. Il token di World Liberty Financial, che ospita la stablecoin presidenziale, scambia ben al di sotto dei livelli di inizio settembre pur mantenendo una capitalizzazione intorno ai 4 miliardi di dollari. Secondo il Bloomberg Billionaires Index la ricchezza della famiglia legata alle monete digitali è scesa da circa 7,7 miliardi di dollari a inizio settembre a poco meno di 6,7 miliardi a fine novembre, con oltre 1 miliardo bruciato.
Eppure ci si sarebbe aspettato l’opposto. Dopo avere bollato anni fa le cripto come una truffa, Trump ha trasformato la Casa Bianca in uno sponsor statale dell’industria. E la Crypto Strategic Reserve ne è il simbolo: un progetto che usa i bitcoin già sequestrati o detenuti dal Tesoro come riserva nazionale. In parallelo l’Amministrazione ha ammorbidito la linea dei regolatori, ha sciolto una task force del dipartimento di Giustizia dedicata ai reati cripto e ha sostenuto il Genius Act. A fine campagna elettorale la capitalizzazione complessiva del mercato delle criptovalute è salita da poco più di 2 a quasi 4 trilioni di dollari, tanto che per alcuni analisti l’euforia sembrava quasi un comportamento razioanle.
L’architetto della svolta di Trump è David Sacks, imprenditore della Silicon Valley, cofondatore del fondo Craft Ventures e oggi consigliere per l’AI e le criptovalute alla Casa Bianca. Ma cosa succede se il regolatore è al tempo stesso esposto finanziariamente su chi dovrà regolamentare? Un’inchiesta del New York Times ha raccontato la doppia vita di Sacks da regolatore e investitore. Il consigliere ha venduto una parte delle sue partecipazioni digitali, ma attraverso il fondo Craft continua a detenere un ampio portafoglio in società tecnologiche e una partecipazione importante in BitGo, piattaforma di custodia di stablecoin. Mentre seguiva i dossier sulle cripto, raccoglieva fondi per i comitati pro Trump e sedeva alla guida del gruppo di lavoro sulle riserve strategiche. E ciò non è passato inosservato. A settembre la senatrice Elizabeth Warren e altri parlamentari hanno chiesto ai garanti federali di verificare se il suo ruolo sia compatibile con le regole sui conflitti di interesse. Sacks dal canto suo ha rigettato le accuse.
In questo contesto i mercati hanno solo fatto il loro mestiere. Gli economisti chiamano questa penalizzazione sconto di governance: lo sconto che il mercato applica alle società controllate da gruppi con strutture poco trasparenti, conflitti di interesse e sorprese giudiziarie dietro l’angolo. Il Trump Sacks governance discount è precisamente questo.