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verso la finanziaria
Mes e Piano casa bocciati: gli emendamenti della Lega non sono ammissibili. Ecco quali superano la tagliola
Sono 105 gli emendamenti alla manovra dichiarati inammissibili dal Senato: 87 per mancanza di coperture. Si salva l'emendamento sull'oro di Banca d'Italia da trasferire allo stato. In corso il vertice dei leader di maggioranza per fare un punto sulle modifiche
Sono 105 gli emendamenti alla manovra che non hanno passato la tagliola dell'inammissibilità dalla presidenza della commissione Bilancio del Senato. Nel dettaglio, 18 sono quelli dichiarati inammissibili per materia e 87 per copertura. A spiccare fra questi c'è l'emendamento alla manovra segnalato dalla Lega, che prevedeva di incrementare di 5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028 il fondo per la riduzione della pressione fiscale utilizzando a copertura la cessione di quote del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). "Se ha un problema lo sistemiamo", sottolinea il senatore Claudio Borghi, sostenitore della proposta. In quanto inammissibile per copertura, la proposta potrà infatti essere riformulate in modo da garantirla. A differenza degli emendamenti bocciati per materia, che potranno essere sostituiti con pari numero di altre proposte di modifica alla legge di Bilancio. Il termine per farlo è di 24 ore.
È inammissibile anche l'emendamento della Lega alla manovra che riscriveva il Piano Casa, dando priorità ai giovani, alle giovani coppie, ai separati e agli anziani. La proposta a prima firma Romeo stanziava risorse già dal prossimo anno, per complessivi 877 milioni fino al 2030, attinte per la stragrande maggioranza (100 milioni su 122) dal Fondo per interventi strutturali di politica economica. Allo stesso tempo l'emendamento prevedeva che sia per il Piano casa che per il contrasto al disagio abitativo potessero essere utilizzate risorse derivanti dalle rimodulazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale - Fesr nel ciclo 2021-2027. Tuttavia, l'inammissibilità è proprio per assenza di coperture adeguate.
Supera invece la tagliola dell'ammissibilità l'emendamento alla manovra a firma Malan (Fdi) che stabilisce che la proprietà dell'oro della Banca d'Italia sia dello stato. Passano anche gli emendamenti alla manovra di Forza Italia e Lega che prevedono la tassazione sull'oro da investimento, per cancellare dalla manovra l'aumento della tassa sui dividendi. Nello specifico, risulta ammissibile la proposta segnalata dal capogruppo di FI Maurizio Gasparri, che prevede anche la soppressione della norma sui dividendi e che introduce un'imposta del 13 per cento sulla rivalutazione dell'oro, mentre quella della Lega, a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo, anch'esso ammissibile, prevede invece l'introduzione di un'aliquota del 12,5 per cento.
Mentre a crollare sulle coperture c'è l'emendamento di Forza Italia, a prima firma del capogruppo Maurizio Gasparri, che prevedeva di portare in deduzione "le spese sostenute per l'acquisto dei libri di testo adottati dalle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione". Per la copertura economica dell'intervento, veniva "autorizzata la spesa di 50 milioni di euro a decorrere dal 2026" mediante "corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica". Resta invece in piedi la proposta di Noi moderati per la detrazione delle spese per i libri scolastici.
Subisce la tagliola anche un emendamento di Forza Italia, a prima firma Adriano Paroli, che introduceva due novità al fine di "favorire gli investimenti nel settore del turismo balneare". La proposta emendativa apriva in primis alla possibilità di prevedere indennizzi nei rapporti concessori. Al momento, invece, la legge esclude qualsiasi "compenso o rimborso" per le opere non amovibili che, nel momento in cui cessa l'atto di concessione, restano acquisite dallo stato. Oltre a sopprimere questo limite, l'emendamento dei senatori azzurri stabiliva anche che "in caso di rilascio della concessione a favore di un nuovo concessionario, l'ente concedente poteva "ordinare al concessionario uscente, con provvedimento motivato" e "in assenza di diversa previsione nell'atto concessorio" la "demolizione a sue spese delle opere non amovibili realizzate da detto concessionario". In alternativa, l'ente poteva "ordinare al concessionario uscente" il "mantenimento delle opere non amovibili, affinché siano assegnate al concessionario subentrante, che dovrà corrispondere un indennizzo".
Non è risultato ammissibile in commissione Bilancio al Senato, per materia, l'emendamento a firma Biancofiore, che prevedeva la responsabilità civile del medico se "nell'esercizio dell'attività svolta all'interno di una struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica o privata, cagiona un danno al paziente". Mentre è risultato inammissibile "per materia" l'emendamento di FdI in base al quale "in caso di realizzazione di lavori pubblici ricadenti in aree di interesse archeologico, il soprintendente può richiedere l'esecuzione di saggi archeologici preventivi sulle aree medesime a spese del committente solo quando per esse siano intervenute la verifica di cui all'articolo 12, comma 2, o la dichiarazione di cui all'articolo 13". Sulla proposta emendativa si era alzato un coro di critiche, in primis dall'Ana - Associazione nazionale archeologi, secondo cui "l'emendamento limiterebbe drasticamente l'applicazione dell'archeologia preventiva alle sole opere pubbliche realizzate in aree già vincolate archeologicamente, ignorando l'esistenza di un patrimonio sommerso e sconosciuto che caratterizza l'intero territorio italiano. Una scelta che contraddice apertamente la Convenzione Europea per la protezione del patrimonio archeologico, ratificata dall'Italia ed entrata in vigore nel 2015".
Mentre proseguono le limature, i leader della maggioranza si danno appuntamento a Palazzo Chigi per fare un punto sulle modifiche alla legge di Bilancio. I temi da approfondire, come era emerso dall'incontro della scorsa settimana erano "gli affitti brevi, l'estensione dell'iperammortamento, il regime fiscale sui dividendi, l'ampliamento esenzione dell'Isee sulla prima casa, e le misure per favorire l'emersione dell'oro dagli investimenti".
L'analisi
Meno evasione e più tasse