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Editoriali

Buone notizie dall'Ue sulla manovra: l'Italia ha i conti in ordine

Redazione

Si avvicina la chiusura della procedura per deficit eccessivo. La Commissione Ue promuove la legge di Bilancio con un avvertimento: servono le riforme pro competitività. E su questo il governo continua a essere carente.

La Commissione europea ieri ha offerto una serie di buone notizie al governo di Giorgia Meloni. Il Documento programmatico di bilancio dell’Italia, alla base della manovra in discussione in Parlamento, è conforme alle regole del Patto di stabilità. La procedura per deficit eccessivo non solo è sospesa. La Commissione è determinata a chiuderla in primavera, se il disavanzo alla fine dell’anno sarà effettivamente sceso sotto il 3 per cento, anche di un solo euro. E’ una scelta politica che premia la prudenza di bilancio scelta da Meloni e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. In alcuni paesi sostenitori dell’austerità i deficit aumentano (la Finlandia sarà messa sotto procedura, mentre la Germania la eviterà grazie alla clausola di salvaguardia per la spesa per la difesa). In altri ci sono rischi considerevoli di violazione delle regole (i Paesi Bassi sono “a rischio di non conformità sostanziale”, mentre per la Francia c’è “incertezza considerevole” date le difficoltà a far approvare il bilancio all’Assemblea nazionale).

L’Italia ha perfino fatto meglio di quanto chiesto dalle raccomandazioni dell’Ue. Al punto che alla fine del 2026 avrà accumulato un tesoretto di 4 miliardi da usare nell’anno elettorale (anche se la Commissione suggerisce di non farlo, visto il livello del debito). L’uscita dalla procedura per deficit eccessivo consentirà di aumentare la spesa militare fino all’1,5 per cento del pil nei tre anni successivi, attivando la flessibilità concessa dalla clausola di salvaguardia del piano di riarmo dell’Ue. Ce n’è bisogno. Secondo la Commissione, la spesa per la difesa dell’Italia il prossimo anno diminuirà dall’1,3 all’1,2 per cento. Ma dietro alle buone notizie, ce n’è una cattiva per il governo Meloni. “Particolarmente rilevante per l’Italia è lavorare sulle riforme strutturali”, ha detto il commissario Valdis Dombrovskis, riconoscendo che la crescita è modesta. Tradotto: tenere i conti in ordine non è sufficiente, se non si fanno le riforme pro competitività. Su questo il governo continua a essere carente.