Foto Epa, via Ansa
Editoriali
Nvidia rassicura le borse, ma non tanto
C’è anche il caos trumpiano dietro il ritorno dei timori sulla bolla dell'Intelligenza artificiale
I timori di una bolla finanziaria alimentata dall’intelligenza artificiale continuano a serpeggiare sui mercati, nonostante i buoni risultati riportati da Nvidia nel terzo trimestre. Probabilmente, non è tutto oro quello che luccica e nel capitombolo che ha fatto Wall Street giovedì sera trascinandosi dietro la borsa di Tokyo nella notte (ma la seduta di ieri ha aperto in positivo) c’è lo zampino di Donald Trump e delle sue politiche caotiche. Basta leggere in controluce quello che è successo. Quando il colosso dei microchip americano ha annunciato i dati mercoledì sera, da cui emerge domanda in crescita, rafforzamento della posizione competitiva e, soprattutto, tenuta di margini di profitto stellari, i mercati si sono fatti prendere dall’euforia perché voleva dire che le quotazioni raggiunte della società non sono gonfiate dalla speculazione ma giustificate da concrete prospettive di crescita in qualità di fornitore privilegiato degli hyperscaler di tutto il mondo, cioè degli operatori che costruiscono i data center.
Il top management di Nvidia l’ha detto chiaro: abbiamo una domanda in costante aumento. Ma l’entusiasmo è durato poco e il giorno dopo la scena si è capovolta. Come spiegano gli analisti di Swissquote, a un certo punto sono cominciati a circolare alcuni report sui bilanci di Nvidia suggerendo che qualche problema c’è. Uno di questi è l’aumento delle scorte dovuto in parte alla crescente concorrenza e in parte ai controlli sulle esportazioni statunitensi che hanno reso potenzialmente invendibili miliardi di chip H20, soprattutto sul mercato cinese. Insomma, non bisogna sottovalutare che la rivoluzione dell’IA è accompagnata da una guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. In più, osservano gli analisti , i dati sul mercato del lavoro americano, arrivati in ritardo per via dello shutdown, hanno rivelato un aumento inatteso del tasso di disoccupazione al 4,2 per cento, segnalando un peggioramento del quadro economico che ha finito di aggravare i dubbi degli investitori.