l'investimento

Il ruolo di Poste come azionista rilevante e di lungo termine di Tim

Mariarosaria Marchesano

A otto mesi dall’ingresso nel capitale del gestore telefonico, la quota da 1,1 miliardi vale già 1,9 miliardi. Per l’ad Matteo Del Fante si tratta di un investimento “strategico” e ora le due società si preparano per una joint venture sull'innovazione e le nuove tecnologie per una collaborazione a tutto tondo

Se si guardasse solo al valore di Borsa, l’investimento di Poste italiane in Tim avrebbe fruttato già un guadagno di 800 milioni. Come ha ricordato l’ad Matteo Del Fante nella presentazione agli analisti dei risultati dei primi nove mesi dell’anno, sono stati spesi 1,1 miliardi per acquistare (circa otto mesi fa) la partecipazione in Tim e questa quota oggi vale 1,9 miliardi grazie alla crescita delle azioni del gestore telefonico. Ovviamente, si tratta di un guadagno puramente teorico poiché l’investimento in Tim resta per Poste “strategico”, come ha precisato lo stesso Del Fante indicando le varie sinergie che si sono già create e quelle che si stanno sviluppando. Per esempio, nelle aree delle assicurazioni e dei pagamenti, in quelle dei servizi telefonici, con il passaggio dal 2026 di Poste Mobile a Tim, che comporterà un risparmio di 20 milioni di euro all’anno, e nell’utilizzo dei 750 negozi primari Tim per la vendita al pubblico di prodotti luce e gas di Poste.

Inoltre, le due società stanno avviando una joint venture sull’innovazione e le nuove tecnologie per la vendita di servizi legali al cloud, all’intelligenza artificiale e alla cyber security. Insomma, una collaborazione a tutto tondo che riflette sul piano industriale e commerciale il ruolo di Poste come azionista rilevante e di lungo termine di Tim. Intanto, la società di Del Fante, ha archiviato i primi 9 mesi del 2025 con i migliori risultati da quando si è quotata in Borsa “grazie al contributo di tutte le linee di business”. L’utile netto, pari a 1,8 miliardi (più 11,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024) e i ricavi a 9,6 miliardi (più 4,5 per cento) rispecchiano le previsioni e sostengono la politica di remunerazione degli azionisti che, ha sottolineato Del Fante, “vuole restare competitiva”. Il cda ha, infatti deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,40 centesimi per azione per un totale di 518 milioni di euro, che andrà in buona parte nelle casse di Mef e Cdp che di Poste sono i principali soci.
 

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