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gli interventi
Come le banche possono sostenere il paese. Panetta e Giorgetti: due mondi a confronto
Alla giornata del risparmio il confronto, anche se indiretto, tra il governatore di Bankitalia e il ministro dell’Economia mette in luce due visioni opposte: per il primo le banche devono rafforzare la solidità e sostenere la crescita con investimenti mirati, per il secondo devono restituire di più all’economia reale e contribuire agli sforzi del governo
La giornata del risparmio promossa dall’Acri ha rappresentato, tra l’altro, l’occasione per un confronto, anche se indiretto, tra il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sul ruolo delle banche nel sistema paese. Che i due parlassero dallo stesso pulpito non poteva capitare in un momento più teso nei rapporti tra sistema del credito e governo. Dopo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto il punto sulla manovra dicendo che è giusto che le banche offrano un contributo (anche di 5 miliardi come chiesto dalla Lega), la discussione è praticamente chiusa. Ma le divergenze sono profonde. Nella sua relazione, Panetta, pur riconoscendo che il sistema bancario italiano è solido e tra i più redditizi d’Europa, ha spiegato che è importante che le banche utilizzino le risorse accumulate in questa fase favorevole per rafforzare la capacità di affrontare scenari avversi, continuare a investire in tecnologia e sicurezza informatica e, soprattutto sostenere la crescita dell’economia. Nessun accenno alla tassa sugli extra profitti, ma la risposta al governo è sembrata chiara, sebbene implicita, nelle parole del governatore. Giorgetti, invece, è tornato sul suo cavallo di battaglia (“le banche tornassero a erogare credito”) e ha ribadito l’idea che gli istituti di credito si trovano nelle condizioni migliori per sostenere l’economia tanto più che hanno beneficiato in vari modi dell’azione del governo. E’ noto poi il conto che fa Palazzo Chigi: se invece di incassare 44 miliardi profitti nel 2025 ne incassano 39 sono contente lo stesso. Anche Panetta pensa che le banche debbano sostenere la crescita dell’Italia, ma il punto di partenza è diverso perché fa leva sul concetto di stabilità finanziaria e sulla necessità di convogliare gli investimenti soprattutto in aziende con buone prospettive di sviluppo in settori come transizione digitale ed ecologica. Un discorso in cui non si vede spazio per altri tipi di destinazione delle risorse accumulate dalle banche, tipo “aiutare le fasce deboli”, come sostiene Palazzo Chigi. Panetta e Giorgetti: due mondi a confronto.