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Consigli sull'industria, triangolo su Stellantis, sintonia sulle bollette. L'asse Meloni-Calenda
Non è un segreto che tra la presidente del Consiglio e il leader di Azione ci sia un canale aperto di comunicazione. Lui le chiama “battaglie che portiamo avanti in splendida solitudine” ma non è del tutto vero. E poi c'è il caso Enel
Che tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni ci sia una canale aperto di comunicazione non è certo un segreto. Il leader di Azione ha addirittura ringraziato apertis verbis la premier in un’intervista al Corriere della Sera per “aver accolto i nostri consigli”. Ovvero per aver deciso nella manovra di bilancio di cassare Transizione 5.0 e ripristinare l’impostazione di Industria 4.0, a cominciare dall’iper-ammortamento reintrodotto a sfavore del credito d’imposta. Industria 4.0 è un cavallo di battaglia del Calenda ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi, che ora ha rinverdito il suo successo dimostrando a Meloni che alla fine le conviene fidarsi più di lui che della relativa competenza del ministro Adolfo Urso.
Ma non di soli incentivi all’innovazione tecnologica è fatta l’interlocuzione tra Palazzo Chigi e Calenda. Lui le chiama “battaglie che portiamo avanti in splendida solitudine” ma non è del tutto vero. La prima riguarda il dossier Stellantis, un altro terreno sul quale Urso ha dimostrato prima ingenuità e poi poca dimestichezza. Il leader di Azione, come sappiamo, non solo ripete a giorni alterni che Stellantis sta abbandonando l’Italia ma da tempo ha messo nel mirino Exor accanto a Repubblica e a Maurizio Landini. Denuncia un patto perverso tra i tre soggetti per spostare l’attenzione altrove e coprire così la disfatta dell’automotive made in Italy. Si dà il caso che il trittico di cui sopra sia sommamente inviso anche alla premier, che non può non apprezzare il bazooka di Calenda. E non è finita. Calenda tra le battaglie “coraggiose” di cui si vanta elenca anche “la difesa della bolletta”. Al secolo i continui strali contro Enel per gli utili generosi che sarebbero incassati a scapito degli utenti (forse un giorno qualcuno dovrà spiegare quando è esattamente che un profitto importante diventa extra).
Di recente si è anche preso a male parole con l’amministratore delegato Flavio Cattaneo proprio per lo stesso motivo. Anche in questo caso sullo sfondo c’è Giorgia Meloni, che a sua volta è pressata dagli industriali che le pongono l’urgenza di abbassare la bolletta che pagano le imprese e le chiedono di esercitare la sua moral suasion sull’Enel. E intanto alla premier – che qualche promessa alla Confindustria ha dovuto fare – che Calenda faccia da apripista in questa ennesima “solitaria battaglia” fa un gran comodo. Solo coincidenze? Chissà.
