
L'uomo della cassa
Nomine, reti, potere e tre nodi da risolvere. Chi è Fabio Barchesi, uomo forte di Cdp
Il consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti ha nominato il nuovo amministratore delegato di Cdp equity al posto di Francesco Mele, passato alla Campari. Il ritratto
Il consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti si è riunito ieri fuori sede, a Cagliari, ha varato operazioni per oltre 2,6 miliardi di euro fra infrastrutture strategiche, interventi a sostegno del credito a piccole e medie imprese, enti locali e cooperazione internazionale e ha nominato Fabio Barchiesi amministratore delegato di Cdp equity al posto di Francesco Mele passato alla Campari come direttore finanziario. La scelta era nell’aria, Barchiesi, 43 anni, vicedirettore generale della Cdp dove è entrato nel 2021, aveva la direzione per investimenti, persone, trasformazione e relazioni esterne. A lui il presidente Giovanni Gorno Tempini e l’amministratore delegato Dario Scannapieco avevano affidato la responsabilità del piano strategico 2022-2024 che si è concluso con 9 miliardi di utili. Sono aumentati anche gli impieghi (+15%) arrivati a 75 miliardi.
Ogni anno la Cdp ha generato circa l’1,5% del prodotto lordo italiano, ha contribuito a mantenere o creare 400 mila posti di lavoro, ha finanziato 63 mila imprese e circa tremila enti della pubblica amministrazione. Ma forse la novità principale riguarda proprio Cdp Equity, la controllata che controlla grandi aziende italiane, quelle partecipate dal capitale pubblico: gestisce un portafoglio di partecipazioni per oltre 15 miliardi di euro, spazia dalle infrastrutture tradizionali come Autostrade per l’Italia (88,1%) o digitali come Open Fiber (60%) e Nexi (14,4%), finanziarie come Euronext (8%), fino al settore industriale con Ansaldo (99,6%) e Fincantieri (71,3%), e a quello dell’energia, con Green IT (49%) e Renovit (30%). Detiene pacchetti chiave in Eni, Italgas, Webuild. Ad agosto ha fatto registrare un valore corrente di mercato pari a 3,8 miliardi di euro, un risultato che segue l’utile record 2024 di Cdp spa, con 3,3 miliardi di euro.
Già nei primi mesi del 2025, il braccio finanziario del gruppo aveva realizzato quattro operazioni strategiche, in linea con il nuovo piano, sulla base del principio di rotazione del capitale: l’ingresso di Cdp Equity come azionista di maggioranza in Diagram, primo polo dell’agritech italiano; il sostegno (in qualità di azionista) alla fusione tra Saipem e la norvegese Subsea7 per creare un colosso europeo dell’ingegneria energetica; la cessione della partecipazione in Tim a Poste e l’aumento della quota in Nexi che rafforza il sostegno alle infrastrutture strategiche; il contributo all’aumento di capitale di Italgas pari a un miliardo funzionale all’acquisizione di 2i Rete Gas.
Barchiesi è stato assunto come capo staff dell’amministratore delegato venti giorni dopo la nomina di Dario Scannapieco da parte del governo Draghi. “Ho scelto la Cassa perché qui non si si annoia”, dice scherzando ma non troppo, “da qui si ha davvero una visione ad ampio raggio sull’Italia e non solo sulla economia”. Si definisce schivo e solitario da sempre, fin da ragazzo, e per un romano, anzi un trasteverino, sembra un paradosso. Il quartiere natio gli ha dato la capacità di stare da solo e con gli altri, lo definisce “il quartiere di tutti”, dove una umanità tra le più varie sa vivere insieme gestendo gli inevitabili conflitti. Il padre vendeva scarpe al mercato, la madre era casalinga, Fabio ha lavorato e studiato anche dopo il diploma, per ottenere la laurea magistrale alla Luiss e poi il master alla Bocconi. Ha un carattere forte e freddo dietro una carica davvero trasteverina. Sposato con tre figli, lavoro e famiglia, non fa salotto e, come dicono di lui, se, invitato, ne deve frequentare uno, non si mette mai seduto. Le polemiche sulla sua assunzione alla Cdp, lo hanno ferito. Uno che viene dal nulla, il “fisioterapista di Malagò” hanno scritto allora, anche se dirigeva il Coni sport Lab controllato dal ministero dell’economia. Ha capito dove si trovava e ciò lo ha aiutato a rendersi conto che le cose importanti vanno gestite in prima persona. Come? “Facendo parlare i fatti”.
L’attendono ora delle sfide niente male. Occorre integrare le Poste con Tim, c’è da sistemare Open Fiber e la “rete unica” con FiberCop è di là da venire. Autostrade per l’Italia deve sciogliere tre nodi: gli investimenti, le concessioni e il contrasto tra l’impostazione di lungo termine della Cdp e quella più a breve dei due fondi Blackstone e Macquarie. Il rafforzamento del polo italiano della difesa richiede investimenti e strategie. Barchiesi dovrà tenere a bada tutti coloro che si rivolgono alla Cassa dei desideri e respingere l’idea di fare da nave ospedale per imprese che non stanno in piedi da sole. Barchiesi dovrà adottare un motto evangelico: al governo quel che è del governo (le scelte strategiche per il paese) alle imprese quel che è delle imprese.
