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I Dati
I nuovi dati Ocse: l'Italia che non sorprende, niente di nuovo sul fronte finanziario
L’ultimo Outlook dell'organizzazione con sede a Parigi segnala un’economia mondiale meno vivace, frenata da dazi e incertezze. Per l’Italia e l'area euro prospettive moderate, con credito più favorevole e prezzi in graduale discesa
Le nuove stime dell’Ocse sull’andamento economico internazionale, pubblicate oggi, fotografano un mondo che continua a crescere ma allo stesso tempo sta perdendo slancio. L’inizio del 2025 ha superato le aspettative degli analisti, ed è trainato dagli investimenti legati all’intelligenza artificiale e dal “front‑loading” (l’anticipo) del commercio prima dell’introduzione dei dazi americani. Ma l’accelerazione della politica commerciale americana e le guerre dei dazi potrebbero continuare a rallentare il commercio internazionale. Il risultato, secondo l’organizzazione, sarà la crescita del pil globale in discesa dal 3,3 per cento del 2024 al 3,2 per cento nel 2025, e al 2,9 per cento nel 2026.
Negli Stati Uniti, infatti, il motore della tecnologia non basta a compensare l’inasprimento commerciale: l’Ocse stima che il pil americano passerà dal 2,8 per cento del 2024 all’1,8 per cento nel 2025, e all’1,5 per cento nel 2026, con i dazi più alti e il calo dell’immigrazione netta a erodere la spinta degli investimenti. L’area euro cresce ancora più lentamente: dopo lo 0,8 per cento del 2024, la crescita è prevista all’1,2 per cento nel 2025 (con una revisione di +0,2 rispetto alle stime di giugno) per poi frenare all’1,0 per cento nel 2026, bilanciando attriti commerciali e incertezze geopolitiche con condizioni creditizie più agevoli grazie all’inizio del taglio dei tassi di interesse da parte della Bce. Per la Cina, l’organizzazione parigina prevede che la crescita deceleri dal 4,9 per cento del 2025 al 4,4 per cento del 2026, quando si esaurirà l’effetto anticipatorio sui consumi e sul commercio, e l’aumento dei dazi si farà pienamente sentire.
Inoltre, il rallentamento globale è accompagnato da un calo dell’aumento dei prezzi: nell’area euro l’inflazione passa dal 2,4 per cento nel 2024 al 2,1 per cento nel 2025 e all’1,9 per cento nel 2026. Per l’Italia l’inflazione passa dall’1,1 per cento nel 2024 all’1,9 per cento nel 2025, per poi scendere lievemente all’1,8 per cento nel 2026. L’Istat, nel suo rapporto “Le prospettive per l’economia italiana nel 2025 - 2026”, stima un aumento del deflatore della spesa delle famiglie anche grazie al raffreddamento dei prezzi energetici e alla debolezza della domanda, prevedendo l’inflazione all’1,8 per cento nel 2025, e all’1,6 per cento del 2026 secondo le stime di giugno
Parlando di crescita, secondo l’Ocse, l’economia italiana registra un incremento del pil dello 0,7 per cento nel 2024, seguito da un aumento dello 0,6 per cento sia nel 2025 sia nel 2026. Le proiezioni dell’Istat sono lievemente più ottimiste: secondo il rapporto Istat, dopo due anni consecutivi di crescita (2023 e 2024) dello 0,7 per cento, il Pil italiano dovrebbe aumentare dello 0,6 per cento nel 2025 e dello 0,8 per cento nel 2026. L’istituto sottolinea che la crescita nel prossimo biennio sarebbe sostenuta esclusivamente dalla domanda interna, mentre la domanda estera netta resterebbe negativa (- 0,2 e -0,1 punti percentuali nel 2025 e 2026) a causa delle tensioni commerciali derivate dai dazi americani. I consumi privati salirebbero dello 0,7 per cento in entrambi gli anni, favoriti dalla crescita delle retribuzioni e dall’occupazione, ma frenati dalla maggiore propensione al risparmio. Tra i colleghi europei, Germania e Francia vivono un periodo di stagnazione, mentre la Spagna mantiene una crescita sopra la media.
La combinazione di dazi statunitensi, tensioni geopolitiche e rischio di instabilità finanziaria potrebbe ridurre ulteriormente le speranze se dovessero materializzarsi nuovi shock. Mentre un alleggerimento dei dazi, maggiori accordi commerciali per l'Ue, e un’adozione più rapida dell’intelligenza artificiale e maggiori investimenti legati a essa potrebbero riaccendere la crescita.