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Idee anti opacità nell'edilizia
Il dialogo tra regolatori e regolati è non solo inevitabile, ma anche indispensabile: senza un confronto con chi opera sul mercato, le decisioni pubbliche rischierebbero di essere meno informate, inefficaci, perfino controproducenti dal punto di vista dell’interesse pubblico. Ma quel confronto deve avvenire entro confini chiari
Le recenti inchieste milanesi sull’edilizia hanno riportato in primo piano un nodo cruciale della nostra vita pubblica: il rapporto tra gli amministratori pubblici, gli imprenditori da essi regolati e i cittadini. Al di là dei risvolti penali, ci si può chiedere se il diritto possa, e debba, occuparsi anche delle conversazioni e più in generale delle relazioni tra amministratori e imprenditori. Nessuno nega che il dialogo tra regolatori e regolati sia non solo inevitabile, ma anche indispensabile: senza un confronto con chi opera sul mercato, le decisioni pubbliche rischierebbero di essere meno informate, inefficaci, perfino controproducenti dal punto di vista dell’interesse pubblico che devono tutelare. Ma quel confronto deve avvenire entro confini chiari. E’ questione non solo di sostanza, ma anche di apparenza: come la moglie di Cesare, l’amministrazione deve non solo essere imparziale, ma anche apparire tale.
Esistono strumenti per evitare che rapporti fisiologici di dialogo e ascolto con stakeholder più potenti di altri degenerino in vicinanze opache?
La risposta non è nuova: la trasparenza. Ogni interazione tra amministratori pubblici e soggetti privati dovrebbe essere debitamente registrata e conservata, con registri accessibili liberamente alla stampa. Sapere che un assessore ha incontrato o scambiato messaggi con un costruttore non è scandaloso. La prospettiva di una potenziale pubblicità dell’avvenuto contatto tra i due può indurli a moderare i termini e la frequenza degli incontri. E può favorire la trasparenza nel settore pubblico. Viceversa, se queste interazioni rimangono nascoste, si rischiano indebiti sconfinamenti. Più di un secolo fa, il giurista statunitense Louis Brandeis osservava che “la luce del sole è il miglior disinfettante, la luce elettrica il migliore poliziotto”. Quelle parole conservano tutta la loro forza: illuminare con la trasparenza i rapporti tra regolatori e regolati può non solo prevenire gli abusi, ma anche rassicurare i cittadini che l’amministrazione opera davvero nell’interesse di tutti, e non di pochi privilegiati.

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