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Editoriali

Il Tfr di Salvini sulle pensioni

Redazione

La proposta di Durigon che vuole trasformare il trattamento di fine rapporto in una rendita mensile da sommare all'assegno pensionistico con il metodo contributivo archivia un decennio di follie leghiste contro la Fornero 

L’ultimo petardo estivo sulle pensioni, dopo la scellerata e costosa  proposta di bloccare l’adeguamento dell’età pensionamento all’aspettativa di vità, è l’uso del Tfr per andare in pensione anticipata. Il coniglio uscito fuori dal cilindro del sottosegretario al lavoro Claudio Durigon prevede di consentire, per chi ha superato i 64 anni di età e ha almeno 20 anni di contributi, di usare il trattamento di fine rapporto (Tfr) per superare la soglia che consente l’uscita anticipata. Attualmente, infatti, la flessibilità in uscita è possibile solo per i lavoratori che superano un importo minimo superiore al triplo dell’assegno sociale: 1.616 euro al mese. La proposta di Durigon è quella di consentire che l’Inps, anziché liquidare il Tfr in una sola volta, lo trasformi in una rendita mensile da sommare all’assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo in modo da consentire il superamento della soglia per l’anticipo pensionistico.

La proposta, un po’ cervellotica, ancora da valutare nei dettagli tecnici, ha però un preciso significato politico: la progressiva retromarcia della Lega rispetto al suo programma sulle pensioni. Per anni Matteo Salvini ha chiesto i voti per cancellare la legge Fornero. Poi ha promesso Quota 41, esattamente come la Cgil di Maurizio Landini. Poi ha battagliato per Quota 100, Quota 101 e infine Quota 103. Una volta al governo, però, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha progressivamente chiuso tutti i costosi canali di uscita anticipata, inclusa Opzione donna, facendo convergere il sistema verso la piena attuazione della legge Fornero. Si arriva così alla proposta Durigon sul Tfr, secondo cui la flessibilità  è pagata pressoché integralmente dai lavoratori (non a caso la Cgil si è scagliata contro). E’ l’ultimo fumogeno che serve per oscurare la fine di Quota 103. In sostanza è il Trattamento di fine rapporto della politica di Salvini sulle pensioni.

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