Foto Getty

Svolte da capire

Cosa succede alle banche con la diffusione delle stablecoin (sì, prendiamole sul serio)

Alberto Pozzolo

Nuovo quadro normativo per stabilità e trasparenza per le stablecoin statunitensi con il Genius Act. Regolamentare l'emissione è fondamentale per favorirne la diffusione. Le limitazioni introdotte e l'impatto sul sistema economico

Lo scorso 17 luglio il Senato degli Stati Uniti ha approvato un nuovo quadro normativo volto a garantire stabilità e trasparenza per le stablecoin statunitensi. L’acronimo ufficiale è Genius Act, e per alcuni si tratta effettivamente di un colpo di genio, che permetterà di ridurre il costo del crescente debito pubblico degli Stati Uniti. Perché? E, soprattutto, regolamentare le stablecoin è un pasto gratis o qualcuno potrebbe soffrirne? Regolamentare l’emissione è un passo importante per favorire la diffusione delle stablecoin, perché garantisce che il loro valore sia effettivamente stabile, come quello di un euro sul conto corrente bancario. Per garantire questo risultato, il Genius Act introduce tre limitazioni cruciali: mette sotto il controllo delle autorità di vigilanza le società che emettono le stablecoin, le obbliga a tenere bilanci aggiornati e trasparenti e, soprattutto, impone loro di detenere riserve sotto forma di contante o attività finanziarie facilmente liquidabili, come depositi bancari e titoli di stato con scadenza inferiore a 93 giorni, per un importo pari almeno al valore delle stablecoin emesse.


Le stablecoin sfruttano le recenti innovazioni tecnologiche introdotte con le tecnologie a registro distribuito basate sulle blockchains, che consentono di registrare le transazioni monetarie con costi molto inferiori rispetto ai pagamenti effettuati con le carte fisiche o registrate sul telefono cellulare o attraverso il sistema interbancario. Come ha sottolineato Lorenzo Bini Smaghi, il passo non è di poco conto e potrebbe avere impatti rilevanti sul sistema finanziario. Uno di questi potrebbe essere proprio sulla capacità delle banche di concedere prestiti, il tema centrale del recente intervenuto del Ministro Giorgetti all’assemblea dell’Associazione bancaria italiana. Vediamo perché. Attualmente, effettuiamo la parte prevalente dei nostri pagamenti utilizzando moneta bancaria, cioè i nostri depositi sul conto corrente. Il beneficio di poter utilizzare comodamente e rapidamente un’attività finanziaria per effettuare un pagamento è misurato dalla sua liquidità. Oggi i depositi bancari sono persino più liquidi del contante, perché consentono pagamenti immediati anche a distanza e online, cosa che non è possibile con le banconote. Ovviamente, la liquidità ha un prezzo, che paghiamo implicitamente accettando sui conti correnti una remunerazione ben inferiore rispetto ad altri strumenti finanziari. L’attività bancaria tradizionale si basa proprio sulla capacità di emettere strumenti finanziari liquidi, come i conti correnti, per raccogliere a basso costo i fondi da utilizzare per concedere prestiti.


Grazie all’innovazione tecnologica, le stablecoin consentono di effettuare pagamenti a costi ben inferiori rispetto a quelli degli attuali pagamenti. La loro diffusione ridurrà la capacità delle banche di raccogliere a basso costo i fondi che utilizza per concedere prestiti. Gli importo raccolti con l’emissione delle stablecoin non possono essere utilizzati per concedere prestiti e verranno utilizzati prevalentemente per acquistare titoli di stato. La maggior domanda di titoli di stato consentirà di ridurre il costo del debito pubblico. Ma non è un pasto gratis, perché questo avverrà a scapito dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie. Proprio per evitare questo rischio, il progetto dell’euro digitale stabilisce un limite massimo all’importo detenibile su un conto presso la Bce, un vincolo che ovviamente non può essere imposto per le stablecoin private. Ovviamente, l’impatto sul sistema economico sarà tanto più forte quanto maggiore è il ruolo delle banche nell’economia. Per paesi come gli Stati Uniti, dove larga parte dei finanziamenti alle imprese avviene direttamente attraverso i mercati finanziari, l’impatto potrebbe essere limitato. Per l’Italia, dove il sistema produttivo è fortemente dipendente dal credito bancario, anche a causa della limitata dimensione delle imprese, l’impatto della diffusione delle stablecoin potrebbe essere ben più forte.

Di più su questi argomenti: