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a taranto
Ilva si allontana dai privati e si avvicina allo stato. Cosa non torna
Per sostituire gli altoforni con forni elettrici servirà tantissimo gas. Chi paga? La magistratura ha fatto di tutto per ostacolare gli investimenti, la politica dovrà riuscire a fare l’opposto
“Se non raggiungiamo un accordo entro il 10 luglio, Ilva a fine mese chiude definitivamente”, ha detto il ministro Adolfo Urso. Come mai? In quella data è convocata la conferenza dei servizi al ministero dell’Ambiente che deve rilasciare l’autorizzazione ambientale che serve agli impianti Ilva per restare attivi. Autorizzazione scaduta nel 2023, e che riguarda gli attuali altoforni. Ma il governo l’ha legata a un accordo con Michele Emiliano su un ipotetico e futuribile piano che sostituisca gli altoforni con forni elettrici. E che per realizzarsi, accantonata con l’ultimo decreto la pista dell’idrogeno, ha bisogno di tanto, tantissimo gas. Verrebbe da chiedersi quanto costerà e chi lo pagherà, considerando che oggi Ilva (nonostante vada a carbone, e ricicli gas prodotto dagli altoforni) ha già contenziosi e debiti milionari con Snam ed Eni.
Il piano del governo presenta poi un altro limite: chi lo realizzerà e chi lo pagherà? A settembre scorso si è chiuso il bando di gara per la vendita Ilva, che il governo infilato in una seconda amministrazione straordinaria grazie a infiniti prestiti ponte. A marzo il Mimit ha annunciato che Baku steel ha vinto l’aggiudicazione della gara Ilva. Sotto la guida dello stato gli altoforni sono crollati a picco uno dopo l’altro, tanto che a oggi sono tutti spenti. Secondo il piano dovrebbero reggersi in piedi fino al 2039, venendo sostituiti a scalare da nuovi forni elettrici. A Piombino Jindal dal 2016 non ne ha fatto neppure uno. Servono 6 miliardi, e non li mette né un privato né lo stato. “Io – ha detto oggi il sindaco di Taranto Piero Bitetti – non so di una nuova gara. La vecchia gara prevede due forni elettrici. Ho sentito parlare di 6 milioni di tonnellate di produzione, quindi non possono essere due forni. Sapete che un forno elettrico non può produrre più di 2 milioni di tonnellate, quindi dovrebbero essere almeno tre”. Su Ilva, la magistratura ha fatto di tutto per ostacolare gli investimenti. La sfida della politica, nei prossimi giorni, sarà quella di riuscire a fare l’opposto. Non sarà facile. Nazionalizzazioni in vista? Chissà.