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Editoriali
Le spine dell'ok Bce a Mps-Mediobanca
Le condizioni nel caso di un’adesione all’Ops sotto il 50 per cento
L’autorizzazione piena e apparentemente senza vincoli della Bce all’Ops di Montepaschi su Mediobanca, in realtà, qualche spina la contiene per la banca senese. Se è vero che, contrariamente alle attese, non è stato richiesto il raggiungimento di una specifica soglia per mandare in porto l’operazione, è altrettanto vero che in caso di adesioni sotto il 50 per cento Siena dovrebbe poi dimostrare a Francoforte di avere il controllo di fatto di Piazzetta Cuccia, o in alternativa dovrebbe dire che cosa intende fare della partecipazione acquisita in un piano da presentare nel giro di tre mesi. Infine, sempre nell’ipotesi in cui la soglia del 50 per cento non venisse superata, Mps dovrebbe riuscire a pagarsi la scalata a Piazzetta Cuccia e successivamente in Generali contando esclusivamente sulle proprie forze e senza poter attingere, almeno nell’immediato, al tesoretto delle Dta che ammonta a 2,9 miliardi di euro. Eventualità questa che sin da quando è stata annunciata l’Ops, l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, con trasparenza non ha escluso. Un ultimo punto critico sarebbe rappresentato dal fatto che sotto il 50 per cento non verrebbero generate le sinergie della fusione tra Mps e Mediobanca (stimate in circa 700 milioni).
Quante probabilità ci sono che si verifichi questo scenario? Dai conteggi recenti che hanno fatto saltare l’assemblea di Mediobanca del 16 giugno, il fronte dei soci anti Nagel è arrivato al 42-43 per cento del capitale. Per un successo pieno della scalata questo schieramento dovrebbe allargarsi di sette-otto punti percentuali, e dalle parti di Siena sono molto fiduciosi che possa accadere. La convinzione è che nel momento in cui l’Ops sarà lanciata, entro metà luglio, le fila si compatteranno intorno al progetto di aggregazione tra i due istituti avallato dal governo Meloni. Ma se, come tutti dicono, si tratta di un’operazione di mercato, determinante sarà il prezzo offerto. Mps potrà sempre giocare la carta del rilancio economico per convincere gli azionisti riluttanti di Mediobanca. Per adesso è un tema tabù a Siena. Nei fatti è il jolly di Lovaglio per provare a chiudere la partita.