Un gelato a Dragor, Danimarca (Foto di Francis Dean/Corbis tramite Getty Images) 

Editoriali

Lezioni danesi sulle pensioni

Redazione

A Copenaghen il governo della premier socialdemocratica Mette Frederiksen, con un voto bipartisan, ha alzato l’età del pensionamento a 70 anni per tutti i nati a partire dal 1971. Un adeguamento necessario e inevitabile, anche per l’Italia

Come si dice Fornero in danese? Mentre in Italia e in altri stati membri dell’Ue le pensioni restano un tema caldo, a Copenaghen il governo della premier socialdemocratica Mette Frederiksen ha alzato l’età del pensionamento a 70 anni per tutti i nati a partire dal 1971 (attualmente la soglia, comunque relativamente elevata, è di 67 anni). Si tratta di un adeguamento necessario, che fa della Danimarca il paese europeo in cui la pensione arriva più tardi. La decisione è maturata all’interno di un clima complessivamente bipartisan, con 81 voti a favore e soltanto 21 contrari, anche perché è legata all’attuazione della riforma pensionistica del 2006. Il governo danese è impegnato a garantire la sostenibilità di lungo termine di un modello di stato sociale che, proprio perché è generoso, deve poggiare su fondamenta solide. Per questo, la maggioranza ha tirato dritto nonostante gli attacchi dei sindacati. Ha fatto anche delle concessioni, affiancando l’incremento alla scelta di disinnescare ulteriori adeguamenti automatici.

   

Ma la linea è chiara ed è, d’altronde, coerente con quanto accade in altri paesi. Dalla Danimarca arriva anche una lezione per l’Italia: sebbene anche nel nostro paese l’età del pensionamento sia formalmente fissata a 67 anni (e sia soggetta a un’ulteriore revisione l’anno prossimo), nella pratica sono numerose le eccezioni, le deroghe e le inversioni di rotta introdotte nell’ordinamento nel corso del tempo. Ma è la demografia a imporre la linea del rigore: la popolazione residente, secondo le proiezioni dell’Istat, continuerà a calare e invecchiare, rendendo l’aggiustamento del sistema pensionistico inevitabile. Una questione rilevante anche sul piano politico. Se la politica italiana intende continuare a tirare per la giacchetta la Commissione Ue, chiedendo di rendere strutturali strumenti come il dispositivo per la ripresa e la resilienza, deve necessariamente disinnescare l’obiezione che non si possono tassare i danesi per permettere agli italiani il prepensionamento. Come dicono a Copenaghen: non esistono pasti gratis.

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