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l'evento
Luna Rossa a Bagnoli: il futuro è nel vento
Nel 1994 i cinesi smontarono l’acciaieria, oggi il governo promette una rinascita turistica. Napoli si prepara a ospitare l’America’s Cup del 2027: un'occasione per una riqualificazione che aspetta dal 2002
Correva l’anno 1994 e arrivarono i cinesi. Sbarcarono a Napoli e poi risalirono verso Bagnoli per smontare quel restava dell’acciaieria costruita novant’anni prima. “La dismissione” (così s’intitola il romanzo di Ermanno Rea) doveva essere l’inizio di una nuova vita: quella grande area industriale in faccia al mare che ospitava anche la Olivetti poteva diventare l’esempio della nuova Italia post manifatturiera, basata sui servizi, sul divertimento, sul tempo libero; e di un Mezzogiorno che risorge con le sue bellezze. Trent’anni dopo è rimasta solo la speranza. Adesso c’è un’altra occasione grazie all’America’s Cup del 2027. Si svolgerà a Napoli, come ha annunciato ieri Giorgia Meloni: “L’organizzazione consentirà di accelerare l’imponente piano di riqualificazione e rigenerazione avviato dal governo per trasformare Bagnoli in un moderno polo turistico, balneare e commerciale”. Accelerare è il verbo giusto. Ci sarà un futuro per Bagnoli dopo che la “Bagnoli Futura”, nata nel 2002 con un intento simile, ha chiuso i battenti dieci anni fa? Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli e allora presidente della Campania, aveva annunciato: “Abbiamo a disposizione uno spazio enorme di quasi 300 ettari, possiamo trasformarlo nel più grande parco della città”. In quegli anni era nata anche la “Città della scienza”, perché ci fosse pensiero e non solo divertimento. Aveva registrato un successo di pubblico: l’inaugurazione e la prima fase avevano portato quasi un milione di visitatori. L’ultimo lotto doveva essere completato nel 2009, intanto crescevano le ambizioni e i contrasti interni nella società per azioni controllata soltanto dalle amministrazioni locali (comuni, soprattutto Napoli, provincia e regione). Un parco verde, un parco dello sport, un porto canale, un’area di ricreazione, ma anche centri di ricerca e naturalmente infrastrutture. Di spazio ce n’era in gran quantità, però la vendita dei suoli si rivelò un flop totale.
Nel 2008 solo sette ettari, complice anche la crisi finanziaria; nel 2010 l’asta va deserta; nel 2012 un altro fiasco. Intanto scompaiono i 65 milioni di euro per la bonifica. Alla regione vince il centrodestra con Stefano Caldoro, il quale annulla gli atti della giunta Bassolino e nient’altro sostituirà i vecchi progetti. Bagnoli Futura diventa l’emblema del passato e viene dichiarato il fallimento della società. Che cosa si potrà recuperare da quella montagna di documenti, di progetti, di piani? Forse nulla. Oppure si ricomincia da dove tutto è stato lasciato? Lo vedremo quando si passerà dagli annunci ai finanziamenti e alle procedure concrete.
L’America’s Cup non sarà tutta a Bagnoli, anzi è Napoli la vera sede; Castel dell’Ovo, l’antica fortezza normanna che si tuffa nel golfo, diventerà il punto di riferimento per Luna Rossa che sfiderà New Zealand. L’evento mediatico-sportivo dovrebbe innescare un percorso che si spera questa volta virtuoso. Unimpresa ha azzardato qualche cifra: benefici per 690 milioni di euro, un milione e mezzo di visitatori, basandosi sull’esperienza di Barcellona che l’anno scorso ha generato circa un miliardo di euro. I neozelandesi, detentori della Coppa, guardavano alle Baleari, ma nelle trattative ha pesato il parere dello sponsor principale: Louis Vuitton. Chissà se avrà influito anche il grand patron Bernard Arnault, sempre più innamorato dell’Italia, tanto che si dice possa trasferirsi da Parigi a Milano nella Casa degli Atellani con la vigna di Leonardo, complesso acquistato due anni fa per una cinquantina di milioni di euro. Grandi opere e grandi eventi. Milano e Cortina hanno le Olimpiadi invernali per le quali si sono accapigliati i leghisti con il sindaco milanese Giuseppe Sala; Roma ha il Giubileo, poteva avere anche le Olimpiadi se non fosse stato per i pentastellati e la sindaca Virginia Raggi; Napoli, città del sole e del mare, avrà la vela. A ciascuno il suo. Giorgia Meloni si è impegnata a concludere nel migliore dei modi la scandalosa storia del progetto Bagnoli, ma deve anche vigilare affinché l’Italia, seconda potenza manifatturiera europea, non si estingua nel paese dei balocchi.