EDITORIALI

Il lato positivo di Mirafiori. Le proteste per negoziare con l'industria sono meglio degli scioperi politici

Se i sindacati fanno il loro mestiere migliora anche il mestiere dei manager e degli imprenditori

Mirafiori doveva sfornare Maserati e 500 elettriche a tutto spiano, ma quest’anno l’elettrico non tira e del futur non v’è certezza. Così tremila operai sono finiti in cassa integrazione. Il “patron” di Stellantis Carlos Tavares, tra un selfie con il sindaco di Torino e il presidente del Piemonte, un botta e risposta con il ministro Urso, il taglio di un nastro e il taglio dell’occupazione, non sa più che pesci pigliare. Adesso ha tirato fuori il vecchio motore a scoppio, un bel tre cilindri da montare sulla 500 che oggi viene prodotta a Tychy in Polonia (dove dovrebbe andare l’Alfa Milano sempre che paghi il copyright al ministro Urso e forse anche al sindaco Beppe Sala). Si è tenuta una riunione per capire se è possibile mettere il motore endotermico sulla scocca della vettura elettrica. La fantasia al potere. I lavoratori sono fuori dai gangheri. Ieri i tre sindacati metalmeccanici sono scesi in piazza, per la prima volta insieme dopo gli anni in cui la Fiom allora guidata da Landini voleva essere il punto di riferimento della sinistra radicale. Potrebbe essere il segnale di una nuova fase, nonostante Landini a capo della Cgil sia sempre impegnato in crociate dall’alto tenore politico (contro un precariato che non sembra proprio all’ordine del giorno, contro il Jobs act renziano, contro il governo e gli attentati alla democrazia, e via via protestando).

        

Affrontare le crisi (la riconversione dell’automotive italiano è una priorità industriale e sindacale), aumentare i salari che restano troppo schiacciati verso il basso, accrescere la produttività nei settori che tirano e fare in modo che ne beneficino non solo i profitti, ma le paghe di operai e tecnici. Ce n’è di che manifestare, discutere, contrattare. I sindacati partecipano assiduamente ai tavoli ministeriali sulla Stellantis, pur senza nessuna nostalgia consociativa. Tra l’altro i lavoratori hanno investito 65 milioni di euro per comprare azioni del gruppo. E potrebbero entrare nel consiglio di amministrazione. Se i sindacati fanno il loro mestiere migliora anche il mestiere dei manager e degli imprenditori, arriverà pure in Italia una moderna democrazia industriale?

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