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La Commissione Ue complica il matrimonio tra Ita e Lufthansa

Andrea Giuricin

L’Antitrust europeo ha messo nero su bianco le condizioni affinché il governo italiano possa vendere il 41 per cento della compagnia al gruppo tedesco. Hanno una loro logica, ma al contempo non saranno affatto facili da rispettare

La lettera della Commissione europea è arrivata e il matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa rischia di diventare sempre più difficile. L’Antitrust europeo ha messo nero su bianco quali siano le condizioni affinché il governo italiano possa vendere il 41 per cento di Ita Airways al gruppo tedesco Lufthansa per 325 milioni di euro. I tedeschi e il governo italiano hanno tempo fino al 26 aprile per dare una risposta e, se non ci saranno intoppi, a inizio giugno il processo potrebbe chiudersi positivamente. Ma ci sono probabilità che il matrimonio si possa fare e che l’esito sia davvero positivo?

  
Non è per nulla semplice poterlo dire in questo momento, perché le condizioni poste affinché la parziale vendita si possa concludere non sono facili da rispettare, soprattutto per Lufthansa. La Commissione europea richiede di risolvere delle problematiche concorrenziali su tre punti principali


Il primo è quello relativo alle rotte in sovrapposizione tra le due compagnie nel corto e medio raggio, principalmente verso Germania, Austria e Belgio. Laddove i due vettori si ritrovassero in monopolio dopo la fusione, dovrebbe lasciare spazio ad altre compagnie.


Il secondo è quello relativo alle rotte verso Stati Uniti, Canada e Giappone, anche laddove vi sono player nell’alleanza con Lufthansa come United, Ana e Air Canada: sarebbero da rilasciare per quelle rotte dove si viene a creare un monopolio.

 
Il terzo punto è quello relativo a Milano Linate, dove Ita Airways ha una posizione di forza per via degli slot “ereditati” da Alitalia. In questo caso, la fusione porterebbe a un’eccessiva concentrazione degli slot, che dovrebbero essere in parte rilasciati a favore operatori terzi.

 
Se il terzo punto, quello relativo a Linate è abbastanza logico da un punto di vista della concorrenza, perché l’unione tra i due vettori potrebbe portare a una posizione troppo forte sullo scalo, sorprende abbastanza il secondo punto, soprattutto visto che alcuni di questi voli possono essere fatti indirettamente.


Per quanto riguarda il primo punto c’è da sottolineare che su alcune tratte sarebbe possibile avere una maggiore concorrenza laddove vi fossero disponibilità di slot negli scali dove opera il gruppo Lufthansa.

  
C’è però da sottolineare che Ita Airways è un vettore molto piccolo, lo scorso anno aveva una quota di mercato di circa il 9 per cento su tutto il mercato italiano e di circa l’1,5 per cento se consideriamo il mercato europeo. Unirsi con Lufthansa potrebbe aiutare ad avere un vettore più competitivo nel panorama italiano e soprattutto permettere una maggiore connettività dallo scalo di Roma Fiumicino, dove Ita Airways rafforzerebbe la propria base di hub and spoke (voli a corto medio raggio che alimentano i voli a lungo raggio). Il piano di Lufthansa era quello di rafforzare i collegamenti verso il Sud America e verso l’Africa, aumentando la competitività dello scalo di Fiumicino nei confronti degli altri hub europei.


Le condizioni poste dalla Commissione europea hanno dunque una loro logica, ma al contempo non saranno facilissime da rispettare. E’ vero che Ita Airways ha migliorato molto i propri conti con delle perdite nell’intorno dei 150 milioni di euro nel 2023 e che nel 2024 potrebbe anche avere per la prima volta un utile, ma la liquidità del vettore rischia di andare sotto pressione e non è certo semplice rinunciare a delle rotte che fanno parte del proprio business plan.


Per il governo non è però facile trovare delle soluzioni alternative se l’accordo dovesse saltare, anche perché sarebbe quasi impossibile, oltre che illogico, mettere altri soldi pubblici nella compagnia italiana dopo il miliardo e 300 milioni messo come capitale per la ripartenza della compagnia. La domanda è dunque se Ita Airways sopravviverà senza il mancato accordo con Lufthansa, e se in quel caso il mercato sarà più o meno concorrenziale.


L’altra domanda che il governo deve porsi e deve porre anche a Lufthansa è se veramente si vuole andare avanti con questo matrimonio, viste le condizioni della Commissione europea, perché la cosa peggiore che può capitare per un vettore come Ita Airways è la perdita di tempo.