L'Italia rallenta sul nuovo patto di stabilità. Giorgetti: “Scarse possibilità di approvarlo settimana prossima”

Secondo il ministro dell'Economia, "le negoziazioni sono andate avanti" ma continueranno "finché ci saranno condizioni anche politicamente diverse". L'Ue come un'assemblea di condominio: "In 27 è impossibile decidere e se non decidi non fai politica"

Ritengo scarse le possibilità di arrivare a un accordo settimana prossima all’Ecofin: che io chiuda un accordo che condiziona l’Italia per i prossimi 20 anni in video conferenza anche no grazie, riterrei più opportuno essere almeno in presenza. Firmeremo solo quando sarà nell’interesse dell’Italia farlo”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo ad Atreju chiude su una possibilità soluzione in tempi brevi sul nuovo Patto di stabilità.

“C'è un negoziato - ha contestualizzato il ministro - in cui abbiamo contro la maggioranza dei paesi, guidati dalla Germania, che si ispirano a un criterio di frugalità o austerità. Abbiamo fatto dei progressi e la proposta di compromesso fa passi in avanti nella direzione che chiedevamo. Certamente non è quella che era la posizione italiana. Poi vedo che c'è un dibattito sull'uso del diritto di veto. Ma il potere di veto lo può usare anche la Germania che ha una posizione negoziale per cui vanno bene le regole precedenti, non vuole cambiare niente. E dunque secondo me il negoziato andrà avanti fin quando ci saranno delle condizioni magari anche politicamente diverse”.

   

Ma cosa accadrà se si andrà oltre il 2024, l’Italia non rischia di trovarsi schiacciata dagli ancor più stringenti parametri del vecchio patto, sospeso dalla pandemia fino a quest’anno? Su questo il ministro ha rassicurato: “Se non si approva il nuovo patto, sul 2024 il tessuto normativo sarà quello del vecchio patto ma, come ha detto la Commissione, sarà un anno di transizione con linee guida di bilancio che saranno indicate dalla Commissione stessa. Il 2024 quindi è coperto, ma dal 2025 il problema c’è. Inoltre i tedeschi dicono che le linee guida non sono vincolanti giuridicamente mentre il trattato lo è e potrebbero minacciare di alzare il ditino su questo”.

 

Giorgetti sulla scia di Mario Draghi ha poi criticato l’attuale funzionamento dell’Unione europea. “Quest’esperienza mi ha insegnato che manca una dimensione politica. La politica è associata alla decisione, se non decidi non fai politica. L'Ue è incapace di prendere qualsiasi decisione in termini tempestivi e strategici: corre dietro alla Cina e agli Stati Uniti, perché quando sei in 27 è impossibile decidere, chiunque ha esperienze di condominio ha un'idea di come funzioni”.