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L'inchiesta

Il piano nazionale sull'energia? Non esiste. Indagine su un mistero

Jacopo Giliberto

La bozza mandata venerdì a Bruxelles e il testo completo atteso fra un paio di settimane verranno sottoposti a valutazione ambientale strategica e l’approvazione definitiva è attesa fra un anno

Tutte storie. Da una settimana si espandono interviste a tutta pagina, si infiammano dichiarazioni dai toni accesi, si studia quanta CO2 farà risparmiare la settimana cortissima, vorticano bozze e versioni diverse, vibrano indignate le proteste degli ecologisti attorno al nuovo Pniec, il piano nazionale integrato energia e clima con il quale l’Italia deve dire a Bruxelles come applicherà le regole contro le emissioni che scaldano il clima. Problema. Non esiste ancora questo Pniec, che nella nonlingua europeese si chiama Necp (National energy and climate plan). Non esiste. Ciò che in realtà il ministero dell'Ambiente ha trasmesso venerdì scorso alla Commissione europea di Bruxelles è solamente un executive summary di 24 soberrime paginette punteggiate da grafici e tabelle, e il Minambiente ha informato gli uffici europei che forse attorno a metà mese manderà la versione definitiva, un tomo 20 volte più cospicuo, circa 450 ponderose pagine ancora in elaborazione.

L’oggetto della contesa è la proposta di aggiornamento del piano nazionale integrato energia e clima, il documento programmatorio che deve centrare gli obiettivi europei sul clima. In ogni caso, a norma dell'attuazione del regolamento Governance Energy Union, anche se uno Stato non pubblica il draft del piano, lo pubblica la Commissione. La bozza mandata venerdì a Bruxelles e il testo completo atteso fra un paio di settimane verranno sottoposti a valutazione ambientale strategica (Vas) e l’approvazione definitiva è attesa fra un anno. Il testo è in via di scrittura al Minambiente con il supporto del Gse e di Rse (la spa pubblica di ricerca di sistema per l’energia) per la parte energetica, dell’Ispra per la componente ambientale, dell’Enea e dei Politecnici di Milano e Torino per la componente di innovazione e ricerca, e con la consultazione dei ministeri delle Finanze, Infrastrutture trasporti, Imprese, Università e ricerca, Agricoltura. Da giorni fra i vari enti che partecipano alla redazione del tomo ci sono invii di versioni corrette e ricorrette, proposte di modifica, cancellazioni e aggiunte. Il testo definitivo pare ancora lontano.

Che cosa contiene il sommarietto mandato a Bruxelles? Risposta: la traccia d’esame contiene poche novità. Più o meno ripercorre le norme e i piani già noti. Un brivido di novità viene dalla promozione del Ccs (in sostanza, seppellire la CO2 negli “acquiferi salini” e nei giacimenti vuoti da cui era stato estratto il metano) e sviluppare il mercato della capacità (cioè pagare le centrali elettriche per stare spente pronte ad accendersi quando le nuvole oscurano il fotovoltaico o la bonaccia ferma i mulini a vento eolici). Tra i contenuti del sommario c’è una quota del 40 per cento di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia che sale al 65 per cento per i soli consumi elettrici. Il 37 per cento di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31 per cento nei trasporti, 42 per cento di idrogeno da rinnovabili per gli usi dell’industria.

Ma ecco alcuni dei commenti a ciò che non c’è ancora. 

Su Twitter scrive Angelo Bonelli dei Verdi: “Settimana corta per inquinare di meno, ma 30 anni di più smog e CO2 perché il piano del governo, scritto da Eni, trasforma l’Italia in un hub del gas e non rispetta i target UE sul clima. Intanto 15 mld € andranno per il ponte sullo stretto e non al trasporto pubblico”. Ancora Angelo Bonelli: “È il piano energia e clima che il governo ha trasmesso alla UE. Trasforma l’Italia come hub del gas europeo, prevede la cattura e lo stoccaggio della CO2 per continuare a far estrarre gas fuori e dentro Italia, mentre i vincoli europei su emissioni non vengono rispettati”.

Mariagrazia Midulla, Wwf:  “Ministro Pichetto, come fa la società civile a esercitare il suo ruolo essenziale nelle democrazie, se non è disponibile né il Piano Nazionale Energia Clima (PNIEC), né la bozza di PNIEC, ma solo comunicato e interviste? Per favore, renda disponibile il testo”.

Giuseppe Onufrio di Greenpeace: “La proposta del nuovo #PNIEC è fuori dagli obiettivi europei (Fit for 55). Sulle rinnovabili elettriche siamo a 20 punti al di sotto delle proposte dell'industria (elettrica). La strategia è sempre quella: conservare quanto più possibile il mercato del gas”.