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Idee

Una proposta di Cna per premiare le imprese per efficienza e fedeltà fiscale

Claudio Carpentieri

Un nuovo sistema di tassazione dei redditi che si basi su un meccanismo premiale: un'agevolazione che si autofinanzierebbe e stimolerebbe la capacità produttiva

Dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, emerge che uno dei punti nodali della prossima riforma fiscale sarà una riedizione del concordato preventivo biennale. Prima di esprimere qualsiasi giudizio occorre leggere in concreto la proposta che verrà formalizzata, tuttavia appare utile sin da ora sottolineare gli elementi sostanziali che hanno portato al flop dell’analoga misura disposta per gli anni 2003/2004. 

 

Tralasciando i dettagli di applicazione, la misura faceva perno sul formale impegno da parte delle imprese e degli autonomi (con ricavi inferiori a 5.164.000 euro) di dichiarare in anticipo ricavi e redditi minimi per i periodi d’imposta 2003 e 2004, aumentando quelli relativi al periodo di imposta 2001, preso come base di riferimento. In particolare occorreva impegnarsi a dichiarare: per il 2003, ricavi non inferiori a quelli del 2001, aumentati dell’8 per cento, e il reddito del 2001 aumentato del 7 per cento; per il 2004 ricavi non inferiori a quelli minimi concordati nel 2003 aumentati del 5 per cento e il reddito del 2003 aumentato del 3,5 per cento.

 

La prima osservazione è che le due grandezze economiche, ricavi e reddito, sono entità dimensionalmente diverse tra loro. La conseguenza è che l’incremento di ricavi richiesto, se non è accompagnato da costi inerenti, poteva tradursi in un reddito imponibile a tassazione, seppur agevolata, di entità ben maggiore del minimo richiesto. 

 

A fronte di questo impegno erano previsti alcuni benefici: sospensione dell’obbligo di emissione di ricevuta e scontrino fiscale, applicazione delle aliquote della futura Ire – 23 per cento e 33 per cento sul reddito in incremento rispetto al 2001, limitazione dei poteri di accertamento.

 

Occorre sottolineare che ricavi e reddito promessi erano comunque soggetti a tassazione anche se, per un qualsiasi motivo, non si raggiungevano concretamente. Tale sistema pone due domande: perché dichiarare livelli di redditi e ricavi superiori a quelli promessi, anche se tassati in modo agevolato, se l’adesione alla misura prevede l’esclusione dalle verifiche? Perché aderire alla misura quando non si ha l’assoluta certezza di garantire quanto promesso? 

 

La risposta ai due quesiti ha generato una selezione delle imprese che hanno aderito alla misura. Hanno optato solamente quelle che avevano la certezza di garantire quei livelli di reddito e ricavi, aderendo a quello che si può definire un condono preventivo. 

 

A giudizio della Cna si dovrebbe, invece, definire un nuovo sistema di tassazione dei redditi delle imprese e dei professionisti, che abbia l’obiettivo di premiare l’efficienza e la fedeltà fiscale in modo automatico all’aumentare del reddito dichiarato. Per fare questo è necessario prevedere a regime un sistema premiale che stimoli e incentivi l’efficienza produttiva delle imprese e del lavoro autonomo, legata alle performance di reddito incrementale dichiarato rispetto a una soglia minima di reddito, riferibile alle potenzialità produttive dell’impresa e da determinarsi in via presuntiva. 

 

Definita la soglia minima di reddito a partire dalla quale viene riconosciuto l’incentivo fiscale, l’agevolazione si “autofinanzierebbe”, in quanto verrebbe riconosciuta solo nel caso di un effettivo incremento del reddito di partenza.

 

L’agevolazione deve essere orientata a riconoscere una forte riduzione dell’imposizione sul reddito incrementale senza limitare, in alcun modo, l’attività di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria. Nella logica del sistema di incentivi, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale la determinazione del livello di reddito riferibile all’attività produttiva di ogni singola impresa. 

 

In passato non si è pensato a una forma di agevolazione di questo tipo per le difficoltà legate all’individuazione di un reddito “soglia” associabile a ogni unità produttiva, d’impresa o di lavoro autonomo, con modalità statistiche sufficientemente attendibili. Lo strumento ora c’è e si chiama Isa, Indicatori sintetici di affidabilità, eredità dei vecchi studi di settore. Attraverso gli Isa è possibile attribuire una misura di reddito “ideale” associabile all’impresa in relazione alla sua capacità produttiva.

 

Una volta individuato il reddito incrementale, sulla base del quale riconoscere un beneficio in termini di riduzione dell’imposizione, la proposta è quella di agire sull’aliquota, prevedendo che la parte di reddito che eccede quello di riferimento sia tassato a una imposta sostitutiva ai fini delle imposte sul reddito e dell’Irap molto ridotta, ad esempio del 10 per cento, ossia pari all’aliquota ora applicata sui redditi di produttività dei lavoratori dipendenti. È questa la strada per creare un sistema di incentivi volto a stimolare i contribuenti ad accrescere la loro capacità produttiva al fine di abbassare la tassazione media sul reddito da loro prodotto.

Claudio Carpentieri
responsabile Politiche fiscali Cna

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