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Editoriali

I prezzi dei carburanti in calo: tanto allarmismo per niente

Redazione

Dopo le accuse di speculazione e il timore che l'embargo europeo sui prodotti petroliferi russi avrebbe prodotto un aumento delle quotazioni, ora diesel e benzina costano meno. Ma pare che non interessi più a nessuno

Erano tutti molto allarmati per l’aumento del costo dei carburanti, ma ora che i prezzi stanno scendendo pare non interessi più a nessuno. L’aggiornamento settimanale sui prezzi medi pubblicato dal ministero dell’Ambiente, mostra  infatti che negli ultimi sette giorni il costo della benzina è diminuito di poco più di un centesimo al litro e quello del gasolio di circa 4 centesimi e mezzo: 1,86 euro per la benzina e 1,85 euro per il gasolio. Il dato si inserisce all’interno di una forsennata campagna mediatica sull’impennata dei prezzi che ha usato due argomenti, uno completamente falso e uno con un fondamento reale. Il primo è stato lo spettro della “speculazione”, che ha spinto il governo a introdurre misure straordinarie e nuove sanzioni nei confronti dei distributori.

 

Come è ormai noto ed evidente, si è trattato di un’invenzione totale dato che negli ultimi due mesi – dicembre e gennaio –  il costo industriale di benzina e diesel è costantemente sceso. Pertanto, l’aumento del prezzo alla pompa non era affatto dovuto agli “speculatori” ma interamente al taglio dello sconto sulle accise deciso dal governo (che pure ha una sua giustificazione economica, dato appunto il calo dei prezzi). L’altro argomento, invece più reale, era il timore che l’embargo europeo sui prodotti petroliferi russi scattato il 5 febbraio avrebbe prodotto un aumento delle quotazioni. Ovviamente non era un’ipotesi campata in aria. Ma, com’è già per l’embargo e il price cap sul petrolio a dicembre, non è accaduto. Non solo i prezzi dei carburanti non sono aumentati, ma nella prima settimana di embargo sono leggermente diminuiti. Per giunta il prezzo del gasolio, seppure di poco, è tornato a essere inferiore a quello della benzina (su cui si pagano 11 centesimi in più di accise), cosa che non si verificava da agosto. Un altro segnale di normalizzazione, a fronte di tanto allarmismo sparso nell’ultimo mese e mezzo.

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