editoriali
Così il direttore finanziario del Fondo smonta il complottismo della destra sul Mes
Il lussemburghese Kalin Anev Janse smonta le tesi sul "fondo trappola" di Lega e FdI, spiega perché il Mes è invece un incentivo a scommettere anche sui paesi più indebitati ed è stato fondamentale in pandemia. E, tra le righe, dà anche un suggerimento a Meloni
Forse ora che siamo ufficialmente “un caso” a livello Europeo, Giorgia Meloni accetterà di accantonare la paccottiglia propagandistica con cui finora ha giustificato la su ostinata contrarietà al Mes. In un’intervista di due giorni fa all’emittente statunitense Cnbc, il direttore finanziario del Fondo salva stati, il lussemburghese Kalin Anev Janse, s’è ritrovato a dover commentare per buona parte del suo intervento le posizioni del governo sovranista di Roma. “L’Italia s’è impegnata a ratificare il nuovo trattato, e probabilmente necessiterà di un po’ di tempo per farlo. Ma gli italiani – ha spiegato Janse – hanno anche visto i benefici del Mes nel generare una stabilità finanziaria nell’Eurozona. Se il Mes non ci fosse, avremmo potuto ritrovarci in una crisi ben più profonda”.
Quanto ai dettagli della riforma, Janse ha confutato le tesi complottiste di Lega e FdI, ribadendo che tra le novità di questo “upgrade” c’è anche il “backstop sul Fondo di risoluzione unica, che è molto importante per rafforzare il settore bancario” proprio come richiesto, negli anni, dall’Italia. Che ha d’altronde beneficiato anche dell’esistenza della linea pandemica del Mes, considerata fondamentale, a detta di Janse, nel creare fiducia presso gli investitori di mezzo mondo: “È una grande affermazione da parte del Mes che noi siamo pronti a supportare l’Eurozona, e nel caso in cui i paesi avessero bisogno di liquidità, il Mes può essere usato”. Insomma, un incentivo a scommettere anche sui paesi più indebitati.
Altro che trappola. Anzi, Janse ha anche aggiunto: “Ma è davvero una gran cosa se il Mes non viene usato perché il nostro scopo è quello di garantire che i paesi membri abbiano accesso ai mercati di capitali indipendentemente”. Il che è forse anche un suggerimento per Meloni: quando, a fine 2022, la linea pandemica scadrà, si potrà finalmente ratificare il nuovo Mes dicendo ai proprio elettori che “tanto ora non si corre più il rischio di ricorrervi”. Sarebbe patetico, certo. Ma sarebbe comunque un sussulto di raziocinio.
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