Scontro sulla Finanziaria

Palazzo Chigi sragiona sulla Banca d'Italia pur di difendere l'evasione

Luciano Capone

Via Nazionale boccia le misure della manovra sull'aumento del tetto al contante e contro l'uso del Pos sotto i 60 euro. Il sottosegretario Fazzolari vagheggia complotti delle “banche private” e favore della "moneta privata". Poi la retromarcia

Qualche tecnico che a lungo aveva riflettuto sull’offerta di Giorgia Meloni di fare il suo ministro dell’Economia, dopo aver sentito Giovanbattista Fazzolari, si sentirà sollevato per aver rinunciato. Perché il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro della premier nonché responsabile del programma di Fratelli d’Italia, ha reagito alle critiche della Banca d’Italia sulle norme su Pos e contante contenute nella legge di Bilancio dicendo che “Bankitalia è partecipata da banche private” e quindi “reputa più opportuno che i cittadini si avvalgano di una moneta privata del circuito bancario”.

 

Al netto del solito complottismo sulla “Banca d’Italia privata”, che alimenta da anni la propaganda populista, e della distinzione senza senso tra “moneta privata” e banconote, ciò che Fazzolari non spiega è se secondo lui anche la Corte dei conti sia controllata dalle “banche private”. Perché venerdì, sempre in audizione sulla legge di Bilancio, i giudici contabili avevano sollevato le stesse critiche della Banca d’Italia sia all’innalzamento del tetto all’uso del contante a 5 mila euro sia della soglia di 60 euro sotto la quale si possono rifiutare pagamenti con il Pos, dicendo che queste misure “non sono coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr”. Dello stesso avviso, dopo l’audizione di Banca d’Italia, l’Ufficio parlamentare di Bilancio (che neppure risulta essere controllato da banche private): “In questo modo, si allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio”, avverte l’Upb.

 

Eppure l’audizione alla Camera del capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia Fabrizio Balassone, non è stata neppure così negativa. Il giudizio sulla legge di Bilancio è positivo per l’impostazione generale, ma negativo per diverse misure specifiche. “Data l’elevata incertezza che caratterizza il quadro macroeconomico e i limitati spazi di bilancio a disposizione, questa impostazione appare prudente” dice Balassone, intendendo la prudenza come una virtù, dato che nelle condizioni dell’Italia l’obiettivo della riduzione del debito pubblico “è una scelta necessaria”. La Banca d’Italia quindi approva la cautela del governo sul deficit e la scelta di concentrare le risorse (20,5 miliardi), prolungando le misure del governo Draghi, per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese. Il suggerimento di Via Nazionale, come peraltro era accaduto con il precedente esecutivo, è di incrementare la quota di misure “mirate” (ora il 40 per cento) al posto di quelle generalizzate, al fine di contenere gli oneri per la finanza pubblica dato che ad aprile, quando gli aiuti scadranno, i margini di bilancio saranno più esigui.

 

La Banca d’Italia non si esprime neppure negativamente sulle misure in materia di pensioni, oggetto di molte critiche dalle opposizione: gli interventi sono “improntati a criteri di prudenza, dettati dal fatto che il rapporto tra la spesa pensionistica e il pil è ancora lontano dal suo massimo”. Anche sul Reddito di cittadinanza c’è un’apertura: Bankitalia ricorda che il Rdc è stato fondamentale per il contrasto alla povertà e che va prestata quindi molta attenzione a togliere il sussidio in una fase di crisi, ma anche che “l’attuale assetto non è privo di aspetti critici” e pertanto la riforma proposta del governo “potrebbe essere un’occasione” per risolverli.

 

La bocciatura, invece, riguarda praticamente tutte le norme fiscali: l’estensione della cosiddetta “flat tax” (regime forfettario) a 85 mila euro “restringe ulteriormente l’ambito di applicazione della progressività”, “pone anche un rilevante tema di equità orizzontale” e finisce per “incentivare l’evasione”. Riguardo ai provvedimenti sul tetto al contante e sul limite all’uso del Pos, la Banca d’Italia segnala che soglie più alte di uso di banconote “favoriscono l’economia sommersa” mentre “l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione fiscale”. Come la Corte dei conti prima e l’Upb dopo, Palazzo Koch segnala che la riduzione dell’uso del contante e la definizione di sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici rientrano tra le raccomandazioni dell’Ue e fra i traguardi del Pnrr. Si tratta peraltro di osservazioni che la Banca d’Italia ripete da anni.

 

Fazzolari ci vede dietro una sorta di manovra complottista delle “banche private” attraverso Bankitalia, le persone più semplici invece ci vedono una più palese manovra del governo per andare incontro a quel pezzo di elettorato che vive di evasione. In serata Palzzo Chigi mette la retromarcia: “Nessuna polemica o volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia”, dicono fonti di governo. Ma ormai l’incidente era fatto.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali