Foto di Martin Divisek, via Ansa 

Editoriali

L'indice Pmi italiano va meglio del previsto, mentre l'Europa soffre

Redazione

La manifattura resiste. L'economia degli Stati Uniti è in crescita, mentre in Europa rallenta, capeggiata dalla Germania. Nel nostro paese invece le cifre sono positive, anche oltre alle attese degli analisti

L’economia degli Stati Uniti cresce oltre le previsioni, quella dell’Europa continua a rallentare con la Germania che indietreggia più della media degli altri paesi e l’Italia che, al contrario, migliora un po’ più delle attese. Sono i risultati dell’indice Pmi manifatturiero relativi al mese di settembre. Si tratta di uno dei principali indicatori economici globali basato su sondaggi mensili tra le aziende private del settore manifatturiero, elaborato da Ihs Markit, che evidenzia  come a settembre la manifattura europea stia subendo rispetto agli Usa un maggior impatto delle dinamiche belliche e dello choc energetico, fattori che, comunque, influenzano negativamente anche la crescita di Giappone e Asia.

 

L’attività manifatturiera nell’area dell’euro ha subito un’ulteriore flessione il mese scorso, a causa della crescente crisi del costo della vita che ha reso diffidenti i consumatori, mentre l’impennata delle bollette energetiche ha limitato la produzione. E secondo alcuni osservatori la combinazione di un settore manifatturiero in recessione e di pressioni inflazionistiche aumenterà ulteriormente le preoccupazioni sulle prospettive dell’economia della zona euro. In questo contesto spicca ancora una volta l’anomalia (positiva) italiana. Nel nostro paese, infatti, l’indice manifatturiero Pmi è aumentato a settembre a 48,3 punti (rispetto a 48 di agosto) ma soprattutto è andato oltre le attese degli analisti (47,5).

 

In Germania, invece, è calato a 47,8 da 49,1 del mese precedente. Il quadro complessivo resta non brillante soprattutto pensando che il Pmi dell’Italia di un anno fa, in piena ripresa post Covid, era intorno a 60 punti. Ma quello che conta è che, pur restando l’indice sotto la soglia di 50 punti, che indica contrazione economica (sopra c’è espansione come sta accadendo negli Usa), il settore manifatturiero italiano abbia consolidato la capacità di resistere alla crisi e che dai capi azienda non arrivino segnali di sfiducia.

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