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Editoriali

Annullata la multa da 100 milioni a Apple e Amazon. Le giuste sberle del Tar all'Antitrust

Redazione

Accusare I due colossi tech di slealtà senza avere le prove non si può. Lezioni utili dal tribunale amministrativo del Lazio

Ancora una volta il Tar corregge un intervento maldestro dell’Antitrust. Il tribunale amministrativo del Lazio ha annullato una multa da 100 milioni di euro comminata a Apple e Amazon. I due colossi tech avrebbero posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, in quanto nel 2018 avevano stipulato un contratto secondo cui solo alcuni rivenditori (i cosiddetti Apple Premium Resellers) avrebbero potuto commercializzare i prodotti dell’azienda di Cupertino attraverso il portale di Jeff Bezos. L’accusa, in sintesi, era di voler perseguire una “restrizione meramente quantitativa del numero di rivenditori, permettendo solo ad Amazon e a taluni soggetti, individuati in modo discriminatorio, di operare su Amazon.it... Le restrizioni dell’accordo si sono riflesse sul livello degli sconti praticati dai soggetti terzi su Amazon.it, diminuendone l’entità”.

I giudici amministrativi contestano all’Antitrust di essersela presa troppo comoda e di non aver saputo dimostrare le accuse: “Dall’esame dello svolgimento dei fatti si evince che l’Agcm avrebbe potuto acquisire tutte le informazioni necessarie per tratteggiare gli elementi-base dell’illecito e, quindi, decidere se avviare o meno la successiva fase istruttoria in un lasso di tempo molto più limitato di quello effettivamente decorso, durante il quale non risultano essere state compiute attività. Tale circostanza si pone in contrasto con il rispetto dei principi di buon andamento ed efficienza dell'azione amministrativa”.

 

Si tratta di una contestazione pesante, perché prima ancora del merito della condanna, investe il modo di lavorare del Garante. E che trova indirettamente conferma nella foga con cui il presidente Roberto Rustichelli ha chiesto (e ottenuto) di invertire l’onere della prova nei casi che coinvolgono le piattaforme online. La decisione del Tar fornisce un’interessante chiave di lettura: se non riesci a dimostrare la natura illecita della condotta di qualcuno, fallo dichiarare colpevole fino a prova contraria. Altrimenti bisogna convincere il Tar.

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