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Non lasciare a metà il lavoro sull'edilizia. Un appello alla politica

Le imprese lasciate in condizioni critiche hanno bisogno di aiuto. In particolare per le ripercussioni sul tasso di occupazione. Uno degli incentivi più impattanti resta il bonus per le costruzioni

Tra i dossier più complessi rimasti aperti sui tavoli di Palazzo Chigi quello relativo ai bonus edilizia spicca per la “carica” di criticità e per il pesante impatto su imprese e cittadini. Il presidente Draghi ne è consapevole e lo ha detto chiaramente, nel suo intervento del 20 luglio al Senato, sostenendo che “bisogna tirare fuori dai guai migliaia di imprese”. Quelle imprese che oggi non possono incassare i 5,2 miliardi di crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia a causa delle ripetute modifiche normative su questa materia succedutesi in questi mesi e che di fatto hanno bloccato il meccanismo della cessione dei crediti. E così, cantieri fermi e imprese edili sull’orlo del fallimento con pesanti ripercussioni sull’occupazione. 
Confartigianato ha calcolato infatti che, a fronte dei 5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali degli imprenditori  – di cui 3.684 milioni (il 71,2 per cento) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8 per cento) per gli altri bonus edilizi – si rischia la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese delle costruzioni. In questo modo – sottolinea Confartigianato – si ridurrebbe del 40 per cento l’aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell’ultimo anno, pari a 116 mila unità posti di lavoro in più tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, equivalente ad un ritmo di crescita del +8,4 per cento, il doppio rispetto al totale dell’economia (+4,1 per cento).

 

Di appelli per sbloccare la situazione, il presidente di Confartigianato Marco Granelli ne ha lanciati parecchi, arrivando a definire “paradossali e autolesionisti gli ostacoli a questi strumenti che hanno consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro paese”. 
Già perché, a leggere i dati dell’Ufficio studi della Confederazione, è proprio il settore edile, grazie anche ai bonus edilizia, a trainare la ripresa.
Nel 2021, il valore della produzione nelle costruzioni è aumentato di quasi il 25 per cento rispetto al 2020, per una cifra pari a quasi 40 miliardi di euro. In decisa crescita anche il valore aggiunto, con un’impennata del +28 per cento rispetto al 2019. Contemporaneamente si è alzato del 6,3 per cento il livello di produttività del settore. 

 

Ma l’effetto migliore ottenuto con la spinta dei bonus edilizia lo si vede sull’occupazione. Secondo Confartigianato, infatti, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2022, le costruzioni hanno fatto registrare l’aumento di 176 mila addetti, a fronte del calo generalizzato di occupati nei servizi (-106 mila), nella manifattura (-41 mila), nell’agricoltura (-50 mila). A livello territoriale il maggiore incremento di occupazione nelle costruzioni si è registrato nel Mezzogiorno, con 101 mila addetti in più negli ultimi due anni, seguito dalla crescita di 71 mila occupati nel nord-ovest.
Di fronte a queste performance, Granelli non esita a sollecitare, innanzitutto, un immediato intervento che risolva la situazione delle aziende con i crediti bloccati e la prosecuzione di politiche anticicliche come gli incentivi per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare.

 

“Si tratta – secondo il Presidente di Confartigianato  – di interventi indispensabili per contribuire al rilancio di un settore fondamentale come le costruzioni e per realizzare la transizione green del nostro paese. Per il futuro degli incentivi nel settore edilizia, che la Commissione europea ha indicato tra le armi più efficaci per rilanciare lo sviluppo, mai più gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. Siamo pronti a dare il  nostro contributo di proposte per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili”.

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