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nimby in puglia

Anche Mr Papeete è contrario al gas, quando non è russo

Annarita Digiorgio

Il governo punta a sbloccare il deposito costiero di Energas a Manfredonia in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Ma contro il progetto si sollevano i no di una parte di Lega, M5s e Pd. L'ultimo è quello dell'europarlamentare Massimo Casanova

Massimo Casanova, tra i leader della Lega più vicini a Salvini, si è schierato contro il progetto del deposito Gpl di Energas a Manfredonia. Casanova è in buona compagnia, anche la regione Puglia e il comune di Manfredonia sono ostili al progetto e alcune voci contrarie si sollevano tra le fila del M5s e del Pd. È stato proprio l'onorevole dem Michele Bordo a lanciare l’allarme che ha spinto Casanova a chiarire la sua posizione: “Purtroppo la Lega e qualche suo ministro sono favorevolissimi a rilasciare i dovuti nulla osta, proveremo a spiegare le nostre ragioni e convincere il presidente Draghi a fare un passo indietro”. Così il proprietario della famosa discoteca di Milano Marittima, che possiede anche diversi alberghi sul Gargano, è corso a smentire la notizia (o almeno a dissociarsi da Giorgetti) dichiarando la contrarietà della Lega. 

Il progetto Energas a Spiriticchio prevede 12 serbatoi costieri collegati da un gasdotto di 10 km a mare per lo scarico delle navi gasiere che trasportano Gpl per le autovetture e gli appartamenti senza metano. Il Gpl è una miscela composta da butano e propano, un particolare tipo di gas 100 per cento green che non contiene benzene. Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il Gpl garantisce una riduzione del 55 per cento di ossidi di azoto rispetto alla benzina e del 96 per cento rispetto al diesel. Anche le polveri sottili emesse sono inferiori, in particolare il PM2.5 lo è dell’8  per cento in meno rispetto alla benzina e del 11 per cento in meno rispetto al diesel. Le auto a Gpl risultano più ecologiche anche dal punto di vista delle emissioni di CO2, con riduzioni di circa il 14 per cento rispetto alle analoghe a benzina.

Si tratta dunque di una tecnologia che definiremmo green ma che ha bisogno di stoccaggi, già presenti anche in ambiti cittadini come, per esempio, a Napoli dove, da alcuni decenni, sono allocati 4 depositi costieri. I depositi non sono né impattanti né dannosi per l’ambiente, l’unica cosa cui si possono appellare i contrari è, come per tutto, il rischio di incidente rilevante. 

L’investimento da 80 milioni per Manfredonia è stato presentato nel 1999 e in 20 anni ha superato tutta la via crucis tipica di ogni progetto in Italia: dal 2015 ha tutte le autorizzazioni ministeriali di Ambiente, Beni Culturali, e Mise. Poi ovviamente ha vinto tutti i ricorsi a Tar e Consiglio di Stato intentati da enti locali. I quali hanno persino indetto un referendum comunale stravinto dai NO.

Luigi Di Maio nel 2015 disse che avrebbe presentato “una diffida dal valore legale”, durante una sua visita in città. Tra i contrari al progetto ci sono parlamentari di tutti i partiti: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd e partiti più a sinistra. Il più esuberante è l’onorevole Tasso, quello eletto nei 5 stelle e ora passato tra i dem, divenuto famoso perché vendeva cd duplicati.

Nel 2020 Stefano Patuanelli chiese l’intesa alla Regione Puglia. E Michele Emiliano ovviamente disse no: “Questa delibera resta un passaggio di grande peso politico perché ha unito verso un obiettivo comune la comunità di Manfredonia, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle”.

Poi è arrivato Roberto Cingolani e ha deciso di portare il progetto in Consiglio dei ministri, dopo che il 4 marzo ha superato ancora una volta conferenza dei servizi e camera di conciliazione. 

Il prossimo Cdm dovrebbe sbloccare l'avvio dei lavori. Ma 5 stelle, Pd e Lega sono contrari. Chissà il premier Mario Draghi e il ministro Cingolani come riusciranno, da soli, a fare la transizione. 

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