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L'oro di Mosca 

Redazione

La crisi fa crescere le riserve auree della Russia. Le sanzioni non bastano

Al Congresso Usa una proposta di legge bipartisan intende vietare l’acquisto di oro dalla Russia, e sanzionare chiunque lo faccia. Sono le “sanzioni secondarie” già applicate contro il Venezuela di Nicolás Maduro (e probabilmente disapplicate se andranno in porto le trattative sul petrolio di Caracas). Il nuovo fronte deriva dalle sempre maggiori riserve auree  accumulate dalla Russia, che sono andate crescendo dall’annessione della Crimea nel 2014 all’invasione dell’Ucraina. Mentre l’oro sta aumentando di valore in quanto  bene rifugio, offrendo così al regime di Vladimir Putin un doppio vantaggio.

 

Oggi  l’oro della Banca centrale russa è stimato per difetto essere pari a 132 miliardi di dollari. Ieri la quotazione ha sfiorato i 2 mila dollari l’oncia (1.997): livello massimo in 20 anni. Nel 2014, con le sanzioni post Crimea, il valore era meno della metà. Negli ultimi giorni l’oro ha già superato i 2 mila dollari nelle contrattazioni, calmierato dalle vendite americane. In Europa la Russia ha le seconde maggiori riserve in valuta e oro dopo la Svizzera: 630 miliardi di dollari al 30 giugno 2021 (da allora non sono più disponibili informazioni ufficiali). La quota maggiore, il 21,7 per cento, è in oro, la  quota più alta fra tutti i paesi mondiali. Non tutte le sue riserve, oro o valuta, sono in questo momento disponibili per Putin: a giugno 2021 il 13,8 per cento era in mani cinesi e il 6,6 per cento americane.

 

Quello che è interamente russo è proprio l’oro, assieme a una quota di yuan, la valuta cinese. Perché l’oro è importante per Putin? Intanto la Russia è il terzo produttore mondiale dopo Cina e Australia. Ma soprattutto perché l’oro, in quanto bene fisico, si apprezza quando sale l’inflazione, quando ci sono aspettative di riduzione del pil e segue le dinamiche delle materie prime e dell’energia. Oggi queste condizioni ci sono tutte. Le sanzioni americane, anche di secondo grado, non appaiono decisive: l’oro, benché fisico, non è tracciabile come i dollari: gli intermediari non mancano. E alla luce del sole la Cina è partner del Cremlino.

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