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I dati dei morti sul lavoro e le polemiche sbagliate sul Green pass

Giuliano Cazzola

Gli infortuni, anche quelli con esito mortale, sono in forte diminuzione. E questo perché anche il Covid-19 ha contribuito a fare crescere i dati: ora il vaccino e le misure di prevenzione invertono la tendenza 

Nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2021 si sono rilevate complessivamente 555.236 denunce di infortunio, lo 0,16 per cento in più rispetto al 2020. Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.221, a fronte delle 1.270 rilevate nel 2020 (-3,86 per cento). Il contagio da Covid-19 contratto in occasione di lavoro è considerato infortunio e come tale tutelato. Nel 2021, con 42.561 contagi denunciati, ha inciso per il 22,3 per cento sul totale degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia, con gennaio il mese con maggior numero di contagi (14.635), seguito da marzo (6.486). Con 243 decessi da Covid-19, nel 2021 si riscontra il 30 per cento sul totale dei casi mortali da contagio pervenuti da inizio pandemia, con aprile il mese col maggior numero di eventi (54 casi), seguito da marzo (52) e gennaio (50).

 

E’ significativo il numero complessivo degli infortuni in itinere che è in aumento: non è automatico che il contagio avvenga con questa modalità, ma quello dei trasporti è pur sempre il settore meno protetto: si è passati da 62.217 casi nel 2020 a 80.389 nel 2021. 


Sembra ovvio considerare i dati dell’infortunio da Covid-19 come i testimoni più credibili degli effetti del contagio nell’ambito del mondo del lavoro e, magari, impegnandosi in uno sforzo di onestà intellettuale – per taluni sovraumano – arrivando a farsi una ragione dell’obbligo del green pass per l’accesso nei luoghi di lavoro. Peraltro la certificazione verde è la principale novità intervenuta, a titolo di prevenzione, nelle aziende a partire dalla ripresa delle attività dopo la pausa estiva dello scorso anno e le relative dissennate polemiche politiche e sindacali che hanno contribuito ad innescare il delirio No vax/pass. Polemiche che hanno avuto quale risultato l’abbandono del campo della lotta al contagio attraverso un rinnovo di quei protocolli per la sicurezza che nell’aprile del 2020 avevano consentito di riaprire molte attività produttive e dei servizi dopo i 100 giorni del lockdown (costati ben 9 punti di pil).

 

Per capire i benefici che la vaccinazione di massa ha prodotto nel mondo del lavoro è sufficiente leggere i dati: le 148.485 infezioni denunciate nel 2020 ammontano al 77,7 per cento di tutti i casi di contagio pervenuti  fino al 31 dicembre 2021, con novembre (40.661 denunce) il mese col maggior numero di eventi, seguito da marzo con 28.688 casi. Quanto ai casi mortali, nell’anno 2020 i 568 decessi da Covid-19 hanno rappresentato il 70 per cento di tutti i casi mortali da contagio pervenuti fino al 31 dicembre 2021; il mese di aprile 2020 (197 deceduti) ha riscontrato il maggior numero di eventi, seguito da marzo con 142 casi. 


In generale, se nel 2020 l’incidenza media delle denunce da Covid-19 sul totale di tutti gli infortuni denunciati è stata di una denuncia ogni quattro, nei primi dieci mesi del 2021 (è bene considerare questo arco temporale perché è quello della svolta nella campagna vaccinale) si è scesi a una su tredici; il 68,3 per cento dei contagi ha interessato le donne, il 31,7 per cento gli uomini. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni a eccezione della Calabria, della Sicilia e della Campania, con incidenze rispettivamente del 48,8, 45,8 e del 44,2 per cento; l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi; l’età mediana (quella che ripartisce la platea – ordinata secondo l’età – in due gruppi ugualmente numerosi) è di 48 anni (45 anni quella riscontrata dall’Istituto superiore di Sanità sui contagiati nazionali). Il dettaglio per classe d’età mostra come il 42,5 per cento del totale delle denunce riguardi la classe 50-64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (36,6 per cento), under 35 anni (18,9 per cento) e over 64 anni (2 per cento).  Gli italiani sono l’86,5 per cento (meno di sette su dieci sono donne); gli stranieri sono il 13,5 per cento (otto su dieci sono donne). Quanto ai casi mortali, se nell’anno 2020 l’incidenza media dei decessi da Covid sul totale di tutti i casi mortali denunciati è stata di circa una denuncia su tre, nei primi dieci mesi del 2021 si è scesi a circa una su cinque. 


Come si può vedere dal monitoraggio, gli infortuni sul lavoro anche con esito mortale sono in forte diminuzione. E’ indubbio che tra le circostanze che hanno determinato questo cambiamento di scenario abbiano contribuito il buon andamento delle vaccinazioni e le misure di prevenzione e cautela adottate per l’accesso negli spazi comuni occupati da più persone con le quali, come sul lavoro, si debba trascorrere insieme molte ore della giornata.
 

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