Tridico sconfessa Tridico: il reddito di cittadinanza non serve a trovare lavoro

E su quota 100: "Nessuna staffetta generazionale"

Francesco Cocco

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, smentisce gli esiti annunciati delle due principali misure di politica sociale varate dal primo governo Conte: quota 100 e il reddito di cittadinanza. Ora Tridico dice che il reddito di cittadinanza non serviva a trovare lavoro. "Il suo principale obiettivo era il contrasto alla povertà e questo è stato centrato", sostiene il numero uno dell'istituto di previdenza. Una realtà già illustrata dal XX Rapporto dell'Inps, presentato due giorni fa.

   

Nel 2018 però proprio Tridico dichiarava pubblicamente che la misura "mira a favorire la riduzione della inattività". E nel 2019 diceva che in tre anni (con una crescita normale) si sarebbero potute "attivare" addirittura un milione di persone.

 

Anche per quanto riguarda quota 100, l'altro intervento fortemente voluta dai gialloverdi, Tridico non può negare il sostanziale fallimento della misura: "Era un esperimento che durava tre anni e che finirà il 31 dicembre del 2021. Le aspettative erano state immaginate in un contesto precedente la pandemia. Per il suo superamento serve un modello con più flessibilità". E aggiunge: "Il pensionamento non serve a creare lavoro".  

 

Eppure, proprio sulla tanto decantata "staffetta generazionale", Tridico - da consigliere di Di Maio - assicurava avrebbe portato a un ricambio generazionale e, successivamente - da presidente dell’Inps in audizione presso la commissione parlamentare di Controllo degli enti previdenziali - parlava di “effetti lievemente positivi” di Quota 100. Ma senza citare alcuna fonte né mostrare un dato. Ora però i dati ci sono.