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editoriali

La Bce tiene carico il bazooka. Bene

Redazione

Non c’è unanimità, ma prevalgono le colombe: gli acquisti proseguono

E’ troppo presto per riporre nel cassetto il bazooka antipandemico – il Pepp, messo in campo dalla Bce a marzo 2020 – ma sul ritmo degli acquisti dei titoli non c’è stata unanimità di vedute nel consiglio direttivo di ieri. Al riguardo, la presidente Christine Lagarde ha voluto essere chiara confermando così le indiscrezioni su orientamenti divergenti emersi nel board su un possibile aggiustamento della politica monetaria nella zona euro. L’esito della riunione, per la verità, era abbastanza scontato: hanno prevalso le “colombe” che si sono opposte, anche con dichiarazioni pubbliche nelle ultime settimane, al “tapering” (un ritiro graduale del sostegno all’economia), un percorso appena avviato dalla Federal reserve negli Stati Uniti dove, però, l’economia ha ricominciato a correre prima.

In Europa. l’accelerazione della ripresa e le spinte inflazionistiche non sono segnali abbastanza solidi da giustificare un allentamento degli stimoli. Così la presidente della Bce ha spiegato che “un orientamento ambizioso e coordinato delle politiche di bilancio resta cruciale, poiché il ritiro prematuro del loro sostegno rischierebbe di ritardare la ripresa e amplificare gli effetti delle cicatrici lasciate nel più lungo periodo”. Il Pepp, dunque, continuerà a fare il suo lavoro al ritmo di 80 miliardi di acquisti al mese garantendo agli stati il margine fiscale per rilanciare economia e occupazione, mentre ogni altra decisione chiave è stata rinviata a settembre. Va detto che proprio quello che sta succedendo negli Stati Uniti dovrebbe essere un incentivo a mantenere un approccio accomodante. Se da un lato, infatti, la Fed sta cominciando a vendere le obbligazioni comprate durante la pandemia, allo stesso tempo non ha smesso di pompare liquidità nel sistema (120 miliardi al mese) nel timore che un irrigidimento precoce possa suscitare una reazione scomposta dei mercati come accadde nel 2013 con l’effetto di spingere verso l’alto i costi di finanziamento delle imprese e dei beni di consumo. Una lezione di cui anche la Bce sta facendo tesoro.

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