Alberto Nagel (LaPresse)

Nagel risponde a Del Vecchio: Mediobanca va bene così com'è

Mariarosaria Marchesano

Le critiche del fondatore di Luxottica al modello di gestione di Piazzetta Cuccia hanno il merito di aver aperto il dibattito, ma non trovano riscontro nei risultati di bilancio in crescita. Le riflessioni emerse dall'assemblea dei soci e la difficile partita dello Ieo

Milano. Che cos'abbia in mente esattamente Leonardo Del Vecchio quando dice che Mediobanca dovrebbe essere più una banca d'investimento che adagiarsi sui risultati di Compass e Generali – le due partecipazioni più redditizie di Piazzetta Cuccia – non si sa esattamente. Resta il fatto che le critiche espresse dal fondatore di Luxottica quando a settembre è entrato a sorpresa nel capitale dell'istituto – con l'ambizione di arrivare al 10 per cento e incidere sulla governance – hanno il merito di aver aperto una riflessione sul "modello" Mediobanca che soltanto un anno fa sarebbe stata impensabile. 

   

Durante l'assemblea che si è svolta a Milano il 28 ottobre, numerosi piccoli azionisti hanno posto domande inerenti la gestione della banca e le politiche di remunerazione dei soci e questo nonostante i risultati in crescita al 30 settembre di quest'anno garantiscono loro lo stacco del dividendo. Rispondendo, uno ad uno, a tre ore di quesiti, l'amministratore delegato Alberto Nagel ha, da un lato, ha difeso a spada tratta la gestione della banca che è "una delle più solide in Europa" ma dall'altra non ha escluso che in futuro ci possa essere "ulteriore crescita e sviluppo" grazie al nuovo piano industriale che sarà presentato il 12 novembre e di cui non ha potuto dare anticipazioni.

   

Ci sono novità in arrivo? Non è detto che sia quello che si attende Del Vecchio, che nel frattempo è impegnato in un aspro confronto con i soci dello Ieo di Milano (l'istituto per i tumori) di cui anche Mediobanca fa parte. Nagel fa capire di non essere disposto più di tanto a sconvolgere lo schema di lavoro seguito finora quando dice che "per giocare in certi campionati bisogna avere i requisiti e seguirne le regole" riferendosi a un ipotetico scenario che vedesse Mediobanca entrare in segmenti del tutto nuovi come, per esempio, quello assicurativo o della banca generalista. L'unica vera apertura in termini prospettici dell'attuale management di Piazzetta Cuccia sembra essere quella in chiave green e di sostenibilità che sarà dettagliata nel piano del 12 novembre. 

  

Il punto è che la critica rivolta da Del Vecchio a Mediobanca (di cui è il secondo socio dopo Unicredit, con una partecipazione arrotondata al 7,52 per cento), e cioè di scarso dinamismo come banca d'affari, sembra essere contraddetta dai risultati di bilancio. "Siamo molto meno dipendenti da Generali rispetto al passato", ha detto Nagel evidenziando come le attività di consumer banking (Compass) e di corporate e investment banking contribuiscano ormai in modo quasi equivalente alla formazione degli utili del gruppo (mentre più contenuto è l'apporto di CheBanca). Un aspetto messo in evidenza anche da diversi analisti che seguono il titolo, che nell'ultimo anno è cresciuto del 43 per cento, contrariamente alla performance del settore bancario che sia in Italia sia in Europa è stata decisamente più debole. Ma, conoscendo Del Vecchio, c'è da scommetterci che non si arrenderà e che troverà il modo per far sentire la sua voce.