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"Fate di più per i giovani". Una petizione

Tortuga

Dal pensionamento anticipato (e finanziato in deficit) di migliaia di lavoratori ci perderanno le ultime generazioni, costrette a pagare per anni pensioni che non corrispondono ai contributi versati

Il dibattito sulle pensioni entra raramente nel merito dei provvedimenti. Si fa passare il messaggio che sui prepensionamenti siano tutti d’accordo e l’unico elemento di dibattito sia come finanziarli. Non è così. Dal pensionamento anticipato di centinaia di migliaia di lavoratori ci perderanno le generazioni più giovani, costrette a pagare per anni pensioni che non corrispondono ai contributi versati. Prepensionamenti per di più finanziati in deficit, lasciato in eredità a chi lo dovrà ripagare ancora a lungo.

 

Per i giovani non ci saranno benefici: è infondata la speranza che i prepensionamenti lascino liberi posti di lavoro per i giovani. I dati smentiscono questa credenza e anche il buonsenso: la rivoluzione digitale ha rivoluzionato l’organizzazione delle aziende.

 

L’Italia è già uno dei paesi più generosi in termini di pensioni: siamo secondi al mondo per spesa pensionistica, mentre l’età pensionabile è una tra le più basse in Europa. Le priorità sono invece altre: l’Italia spende tremendamente poco in istruzione, in innovazione, in occupazione giovanile, in aiuti alla maternità. Emergenze che coinvolgono prima di tutto i giovani ma che influenzano il futuro del paese. Sette miliardi all’anno sarebbero destinati a Quota 100. Noi, da ricercatori ma soprattutto da giovani, chiediamo con forza al governo di cambiare rotta e investire questi soldi sul futuro del nostro Paese. Per questo abbiamo lanciato una petizione “Fate di più per i giovani” su change.org, che chiediamo di firmare non solo ai nostri coetanei ma anche a chi – non più giovane – capisce e condivide le nostre istanze.