
Il direttore generale di Sorgente Sgr, Giovanni Cerrone
Investire in sofferenze bancarie, nasce il Fondo Perugino
Istituito da Sorgente Sgr il fondo acquisisce e gestisce crediti di natura bancaria non performing e, entro il limite del 50% dell’attivo, in bonis (solvibili), sia chirografari (non assistiti da garanzie reali) che ipotecari
Investire in crediti deteriorati o Npl. È questo l'obiettivo del Fondo Perugino, istituito da Sorgente Sgr per investire in crediti in prevalenza apportati da sottoscrittori. Il fondo, attivo dal 28 dicembre, acquisisce e gestisce crediti di natura bancaria non performing e, entro il limite del 50% dell’attivo, in bonis (solvibili), sia chirografari (non assistiti da garanzie reali) che ipotecari.
Con un orizzonte temporale di sette anni, eventualmente prorogabile, si rivolge prevalentemente a banche e altri istituti finanziari. Attualmente investono nel Fondo Perugino, che ha un obiettivo di raccolta di 50 milioni di euro, banche di Credito Cooperativo e banche Popolari. Ad oggi il portafoglio è costituito da crediti non performing del valore nominale di circa 45 milioni, corrispondenti a circa 1.300 posizioni debitorie, di cui il 10% circa di tipo secured (cioè assistite da garanzie reali) e il 90% unsecured.
Perugino è il secondo fondo di Sorgente Sgr dedicato al credito dopo il Fondo Pinturicchio. “Investire in sofferenze bancarie – dichiara Giovanni Cerrone, direttore generale di Sorgente Sgr - fa emergere le potenzialità e le prospettive di un mercato oggi al centro di un forte interesse. Riveste, inoltre, una funzione etica e sociale nei confronti delle famiglie italiane più deboli: l’acquisto di crediti ad un prezzo sensibilmente inferiore al valore nominale, infatti, consente di concordare piani di rientro maggiormente sostenibili. Questo consente di recuperare la fiducia nel futuro, grazie a strategie di rientro concilianti con le reali possibilità delle fasce sociali in situazione di difficoltà finanziaria”.