LaPresse/Fabio Cimaglia

L'ambizione di Acea per fare di Roma una smart city

Redazione

Dall'acqua alle connessioni di rete. La municipalizzata romana investirà 3 miliardi di euro in cinque anni per acquedotti e impianti idrici, fibra ottica e infrastrutture elettriche 

Cinque anni per per ridurre le perdite della rete idrica di Roma del 15 per cento. Nel piano industriale di Acea per il prossimo quinquennio, presentato questa mattina a Milano, la municipalizzata romana ha tenuto conto della questione idrica nella Capitale, che durante la scorsa estate ha trovato ampio spazio sulle cronache locali e nazionali, e ha illustrato la strategia con cui intende intervenire. In campo, per l'intero piano industriale, ci sono 3 miliardi di euro destinati alle infrastrutture di tutti i settori Acea, di cui 400 milioni legati a progetti di innovazione tecnologica: solo nel comparto idrico l'azienda prevede di usare 1,6 miliardi di euro per intervenire sulle infrastrutture e potenziare gli impianti di depurazione.

  

Il primo intervento, ha spiegato l'amministratore delegato Stefano Donnarumma alla comunità finanziaria, sarà quello di portare avanti un piano straordinario di bonifica su oltre 800 chilometri di rete idrica e fognaria per ridurre le perdite di rete di 15 punti percentuali nel quinquennio di piano, così da affrontare nel migliore dei modi eventuali nuove emergenze idriche. Sarà poi potenziato l'acquedotto del Peschiera, snodo cruciale per l'approvvigionamento idrico romano da cui la città riceve il 60 per cento dell'acqua, e reso più efficiente e sicuro lo step dell'adduzione, cioè il passaggio dalla sorgente ai serbatoi. Lo sviluppo tecnologico farà la sua parte, con l'introduzione dei sistemi di telelettura sui misuratori attraverso l'installazione di circa 500mila smart meters: se da un lato gli stessi cittadini saranno più consapevoli dei propri consumi, dall'altro Acea avrà dati precisi e misurati dell'acqua erogata. "Il raddoppio dell'acquedotto del Peschiera è un progetto importantissimo non solo per Acea e per Roma ma per tutto il paese", ha detto Donnarumma, "oggi Roma riceve l'acqua da tre acquedotti e due di questi hanno manifestato forti criticità non ancora risolte: la crisi idrica a Roma permane". Il progetto, ha detto il presidente del gruppo, Luca Lanzalone, "è stato inserito nel piano, che prevede il raddoppio dell'acquedotto con circa 30 milioni nei primi due anni", ma non è ancora stata definita "la realizzazione, in attesa di conoscere le modalità di finanziamento".

  

Altro step del piano sarà il potenziamento delle infrastrutture energetiche. Acea guarda al modello della smart city, la città intelligente e moderna che attraverso le connessioni – elettriche ma anche digitali – permette la condivisione di dati e lo sviluppo di nuove forme di mobilità. Alla base di questi interventi c'è la visione di una città più moderna e per realizzare l'obiettivo Acea lavorerà sulle sue reti. Per questo saranno potenziati oltre 2.500 chilometri di bassa tensione, per incrementare la resilienza del sistema e la potenza complessiva disponibile: un passaggio necessario per favorire il ricambio dei contatori di tutte le utenze residenziali da 3 kW a 6 kW. Dello stesso disegno di città fa parte la posa di circa 1.500 chilometri di fibra ottica e l'installazione di mezzo milione di contatori intelligenti. Sull'accordo tra Acea e Open Fiber, che prevede di portare la fibra in tutta la città, Donnarumma ha detto che la fase operativa inizierà nel 2018.

   

Intorno a questi interventi, a fare da cornice, c'è l'ambizione commerciale di Acea, che conta di incrementare il portafoglio dei propri clienti attraverso azioni di marketing e investimenti, sfruttando le opportunità che verranno a partire dal 2019, quando sarà avviata la liberalizzazione del mercato elettrico.

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