Giuseppe Guzzetti (foto LaPresse)

Investo ergo sum

Redazione
Guzzetti celebra ancora il Risparmio ma è l’investimento la virtù

Il 40 per cento delle famiglie italiane è riuscita a risparmiare nel 2016, tre punti più del 2015, livello più alto dal 2003. Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, l’Associazione delle fondazioni bancarie, “celebra” così la Giornata mondiale del risparmio. Forse dal rappresentante degli azionisti istituzionali delle banche, che il risparmio lo intermediano, non si poteva pretendere un’enfasi diversa. Ma mentre i consumi ristagnano prolungando la crisi e la disoccupazione, è arduo compiacersi se “gli incrementi del reddito sono indirizzati al risparmio, che gli italiani considerano utile anche per lo sviluppo economico e civile dell’Italia”. Il risparmio aumenta da quattro anni: quelli della mancata crescita e del calo di capitalizzazione delle società quotate (banche in testa).

 

Ovvio che il primo popolo risparmiatore d’Europa e secondo del mondo metta via i soldi per incertezza, diffidenza, tentativo di difendere il proprio presente e un eccesso di familismo. Sentimenti alimentati però anche da una percezione di povertà distorta dai mass media: come certifica l’Istat nel 2016 i redditi familiari sono aumentati dell’1,3 per cento e il potere d’acquisto dell’1,1. Alla tutela del risparmio è dedicato l’articolo 47 della Costituzione, il che ne farebbe secondo Guzzetti “la risorsa principale per il futuro del paese”. Però una risorsa immobilizzata serve a poco, e più che celebrare sarebbe utile insegnare a non metter via soldi con la logica del materasso ma a investirli per sé e per i propri figli. La difesa della rendita garantita da parte delle imprese è poi altrettanto dannosa. Celebrare il risparmio è dunque opportuno purché si esalti anche l’urgenza dell’investimento.

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