(foto LaPresse)

Serve una strigliata sul Ttip

Redazione
Si estende il dissenso della sinistra europea. Renzi recuperi le redini.

Gianni Pittella, il deputato europeo del Pd che Matteo Renzi ha portato alla presidenza del gruppo dei Socialisti & Democratici a Bruxelles e Strasburgo, ieri si è aggiunto al coro dei leader del Pse che vogliono seppellire il Ttip. “In mancanza di rassicurazioni sugli effetti, il sostegno del mio gruppo al Ttip è oggi altamente improbabile”, ha scritto Pittella su Twitter, dopo che il francese François Hollande ha chiesto l’interruzione dei negoziati e il tedesco Sigmar Gabriel ha definito “fallito” l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. Certo, Pittella parla a nome di un gruppo zeppo di anti-mondialisti, lafontainiani, corbinani e sancheziani, pronti a usare il Ttip per recuperare l’elettorato popolare migrato verso estrema destra ed estrema sinistra. Pittella, del resto, si è dovuto arrampicare sugli specchi per non contraddire totalmente la posizione del Pd di Renzi: i socialisti europei passano da “un sostegno condizionale” a “una opposizione condizionale”.

 



 

Ma è una ragione in più per un rapido chiarimento interno al socialismo europeo con un intervento di Renzi – il suo leader più autorevole e forte – per mettere fine al suo populismo istituzionale. Il Ttip, tra commercio e investimenti, non è solo una priorità economica dell’Italia: è un progetto politico, forse l’unico sul tavolo, che permetterebbe all’Ue di restare rilevante nell’èra del dopo-Brexit e di non soccombere all’influenza di potenze stile Cina, che di norme ambientali, sociali e di sicurezza alimentare se ne infischiano. Quando Pittella invoca “il rispetto dei più alti standard europei” come condizione per il sostegno al Ttip dimentica che l’America – scandalo Volkswagen docet – è molto più efficace e severa dell’Ue sulle regole. Stuzzicare gli istinti anti americani e anti capitalistici delle opinioni pubbliche europee è pericoloso. Gli elettori preferiscono le versioni più estreme del populismo anti establishment rispetto a quello blando dei socialisti di lotta e di governo, e alla fine vengono spinti a rigettare l’intero progetto europeo. Se i socialisti europei vogliono trasformarsi in una Syriza o in un Podemos su scala continentale, Renzi dovrebbe dir loro che lo faranno senza il Pd.

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